Loretta Fuddy, la funzionaria statale delle Hawaii che autenticò il certificato di nascita di Barack Obama, è morta giovedì 12 dicembre in un incidente aereo. La notizia ha alimentato le teoria del complotto sul luogo di nascita del presidente Usa fortemente cavalcata dagli ultra-conservatori a stelle e strisce. Il guasto al motore del Cessna Grand Caravam (un piccolo velivolo) ha costretto il pilota a compiere un ammaraggio d’emergenza nelle acque dell’Oceano a poca distanza dall’isola di Kalaupapa. L’impatto è stato molto violento, ma otto delle nove persone a bordo si sono salvati. A non farcela è stata proprio la 65enne Loretta Fuddy che, in qualità di direttrice del Dipartimento della salute delle Hawaii, si stava recando in visita a una struttura medica distaccata. Come detto, la donna era diventata “famosa” perché nell’aprile 2011 confermò l’autenticità del documento che certificava la nascita di Obama nelle Hawaii dopo le insinuazioni, dei suoi avversari, che non fosse un cittadino americano. Secondo la tesi dei suoi detrattori, l’inquilino della Casa Bianca, sarebbe nato in Kenya e per questo motivo sarebbe stato incandidabile. Si sa, il filone del complotto è ricchissimo e questa vicenda ha tenuto (e tiene tuttora) banco negli States. Chi sostiene che Obama non sia cittadino americano? Si tratta dei cosiddetti “birther”: sono stati pubblicati molti libri sull’argomento. Ora la morta della signora (unica vittima dell’incidente aereo) ha gettato benzina su un fuoco che non si è mai spento. Le insinuazioni sul web e sui social si sprecano. Ha fatto molto discutere il tweet di Donald Trump; il miliardario repubblicano (sostenitore accanito del certificato-fake) ha cinguettato: “Stupefacente, il funzionario statale che ha verificato il certificato di nascita di Obama è morta oggi in un incidente aereo. Tutti gli altri sono sopravvissuti”.