Pesanti le nuove accuse formulate nei confronti dell’ex presidente egiziano Morsi, leader dei Fratelli musulmani. Oltre a quanto già pende su di lui (l’accusa di aver fatot uccidere alcuni dimostranti), adesso è anche accusato di terrorismo per aver cospirato, secondo l’accusa, con Hamaz, Hezbollah e l’Iran per operare atti terroristici in Egitto. Questo tipo di accuse possono costargli la pena di morte. L’accusa ha definito tutto questo come “il più grande caso di cospirazione nella storia dell’Egitto”. Sempre secondo l’accusa, Morsi e altre 35 persone avrebbero ideato una cospirazione di massa con i gruppi terroristici di Hamas e di Hezbollah e con la Guardia rivoluzionaria iraniana. Gruppi speciali egiziani avrebbero seguito dei corsi appositi a Gaza con lo scopo di preparare attacchi militari nella penisola del Sinai. Nel dettaglio, se Morsi avesse perso le elezioni del 2012, si sarebbe dichiarato il Sinai stato islamico indipendente con lo scopo di scatenare in tutto il paese una guerra civile. Questa cospirazione sarebbe cominciata già nel 2005 con fondi economici e armi arrivati tramite la Libia e il Sudan. 



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