Tra i tanti messaggi di fine anno ascoltati fino a questo momento, ce n’è uno davvero particolare. E’ quello di Edward Snowden, la “talpa” della National Security Agency (Nsa) americana che ha fatto esplodere il caso Datagate. “Salve e buon Natale – esordisce il trentenne analista statuntense che attualmente vive in Russia – Di recente abbiamo scoperto che i nostri governi, operando di concerto, hanno creato un sistema planetario di sorveglianza di massa che osserva tutto ciò che facciamo. Lo scrittore britannico George Orwell ci aveva preavvisato del pericolo di questo tipo di informazioni”. Secondo Snowden, infatti, i metodi di raccolta descritti nel libro “1984”, tra cui “microfoni e telecamere, teleschermi”, non sono nulla in confronto “a quello che abbiamo a disposizione oggi. Abbiamo in tasca dei sensori che ci tracciano dovunque andiamo. Pensate a cosa significa questo per la privacy della persona comune. Un bambino che nasce oggi crescerà senza alcun concetto di riservatezza. Non saprà mai cosa significa avere un istante in privato, un pensiero non analizzato e non registrato. E questo è un problema, perché la riservatezza conta. La privacy è quello che ci consente di decidere chi siamo e chi vogliamo essere”, aggiunge l’informatico. Poi conclude: “La discussione in corso oggi deciderà quanta fiducia possiamo riporre sia nella tecnologia che ci circonda, sia nel governo che la regolamenta. Insieme possiamo trovare un equilibrio migliore, mettere fine alla sorveglianza di massa e ricordare al governo che se veramente vuole sapere come la pensiamo, chiedercelo costa sempre meno che spiarci. Per tutti coloro che sono là fuori in ascolto, grazie e buon Natale”.