9.40 locali (le 8.40 italiane): un’autobomba esplode nella centrale piazza Starco, vicino alla sede del governo libanese e del primo ministro Najib Mikati. Ancora imprecisato il numero delle vittime e dei feriti: per il momento sarebbero almeno 5 i morti e circa 70 le persone ferite. Nell’esplosione, che ha dilaniato il centro di Beirut (le immagini mostrano automobili e corpi in fiamme), ha perso la vita Mohammed Shattah, l’ex ministro delle Finanze e consigliere dell’ex premier Rafiq Hariri (vittima di un attentato il 14 febbraio 2005 poco distante da quello di quest’oggi). Con tutta probabilità è stato proprio lui il bersaglio dell’attentato: Shattah – musulmano sunnita ed esponente dell’opposizione – si stava dirigendo in macchina a una riunione della Coalizione ostile al regime di al Assad e favorevole all’opposizione siriana, quando l’autobomba è esplosa: i vetri del palazzo Starco (che dà il nome alla piazza) sono andati in frantumi e le schegge sono cadute come frecce sui cittadini fino a 500 metri dal luogo della deflagrazione. L’ultimo in Libano risaliva al 19 novembre: un doppio attacco suicida contro l’ambasciata dell’Iran nel quale morirono 25 persone e 146 rimasero ferite. Nell’attentato, rivendicato da un gruppo jihadista libanese legato ad Al Qaeda (le Brigate Abdullah Azzam) persero la vita l’addetto culturale dell’ambasciata, Ibrahim Ansari, tre addetti alla sicurezza della sede diplomatica e la guardia del corpo dell’ambasciatore iraniano in Libano. Il ministro dell’Interno libanese, Marwaw Sherbil, è giunto sul posto visibilmente scosso: “Non voglio parlare di politica, ma posso dire che l’unica strada è andare al dialogo e trovare una soluzione politica”. Ecco il video tratto da Corriere.it.