“Il programma di raccolta dati telefonici della National Security Agency non viola la legge”. A sostenerlo, con una sentenza, è il giudice distrettuale di New York William Pauley che ha così dato ragione alla Nsa, archiviando il caso della American Civil Liberties Union che si era mossa legalmente (a giugno) contro James Clapper, direttore dell’intelligence americana. 54 pagine di sentenza nelle quale si legge, in sostanza, che “non esistono prove sugli abusi” e che “non vi è alcuna prova che il governo ha utilizzato i dati telefonici raccolti per scopi diversi dall’indagare sul terrorismo per sventare eventuali attacchi”. Le azioni della Nsa sono state ritenute invasive (violazione della privacy e del Quarto emendamento), ma pienamente giustificate: il giudice ha riconosciuto la limitazione della sfera dei dati sensibili, ma ha sottolineato che l’abuso è stato infrequente e scusabile visto il fine ultimo dell’operazione. 



Leggi anche

SIRIA/ I “no” di Assad e il ruolo del Golfo dietro la fine del suo regimeFRANCIA, BAYROU NUOVO PREMIER/ "Uomo di compromesso, con lui Macron ha spaccato la sinistra"