La Russia è sotto attacco. Questo ultimo squarcio del 2013 si sta chiudendo con una serie di attentati mortali che hanno reclamato decine di vittime, tutte a Volgograd, l’antica Stalingrado. Dopo il pauroso attentato alla stazione ferroviaria di ieri pomeriggio che aveva provocato 17 vittime, stamane all’alba è stata la volta di un autobus pieno di passeggeri. Il bilancio al momento è di quindici morti e parecchi feriti. Le modalità di entrambi gli attentati (nel primo una donna kamikaze) fanno immediatamente pensare al ritorno del terrorismo di marca cecena, islamico e fondamentalista. Come si sa, nonostante una pausa che durava ormai da qualche tempo, il piccolo territorio della Cecenia, dove la popolazione di maggioranza islamica chiede l’indipendenza, è stato teatro negli scorsi anni di una violenta repressione militare da parte dell’esercito russo, che ha scatenato il terrorismo fondamentalista. E’ altresì evidente che questa nuova serie di attentati viene lanciata in concomitanza con le ormai prossime olimpiadi invernali di Sochi, a cui Putin e il suo regime tengono molto in termine di rilancio della credibilità russa come le recenti scarcerazioni di dissidenti hanno dimostrato. A capo di questa nuova ondata terroristica si pensa ci sia Doku Umarov, capo ceceno che lo scorso luglio aveva chiamato i suoi fedeli alla lotta contro Putin.