Un caso probabilmente unico: è successo in Inghilterra dove una rivoluzionaria tecnica ha permesso di salvare la vita a un neonato. Lo racconta il quotidiano inglese Daily Mail: Freddy era nato senza respirare, l’ossigeno non gli arrivava. Questi in genere sono i casi peggiori: non respirare, essere privi di ossigeno significa subire danni cerebrali anche permanenti con le conseguenze del caso. Per ben venti muniti dopo essere venuto alla luce non è riuscito a respirare. Si era trattato infatti di un parto molto particolare: il bimbo era nato in casa, un parto improvviso, il cordone ombelicale che impedisce al piccolo di respirare, quei lunghi minuti senza ossigeno. Finalmente in ospedale i medici decidono di tentare una cura sperimentale, l’ipotermia indotta che si usa solitamente per coloro che sono colpiti da sofferenza cerebrale per cercare di rendere meno pesanti possibili danni al cervello. In pratica, il piccolo viene congelato a meno 33 gradi di temperatura. Ben dodici ore in stato di ipotermia indotta: i medici assicurano la mamma che il bambino non può avvertire il freddo. Poi improvvisamente il piccolo se ne accorge, comincia a piangere. E’ il segno che il suo cervello non ha subito danni. E infatti con il passare dei mesi verrà dimostrato proprio questo: il piccolo sta crescendo bene e sano. 



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