Entro il 2018, la scuola Inholland di Amstelveen, in Olanda, interromperà le proprie attività di formazione degli imam. Attualmente, è l’unica esperienza pubblica che, nel Paese, si era preposta un compito del genere. Attualmente, circa il 40% delle moschee olandesi si affidano ad un clero islamico proveniente dall’estero, non di rado connotato da posizione estremiste; lo scopo dichiarato nel 2006, quindi, quando furono introdotti i corsi, era quello di dar vita ad una generazione di imam integrati nella collettività olandese. Pare, tuttavia, che le sovvenzioni pubbliche non siano sufficienti per continuare queste attività. Il commento di Magdi Allam, candidato premier di Io Amo l’Italia.
Come valuta l’istituzione, in Olanda, di corsi di formazioni per gli imam sovvenzionati pubblicamente?
Va fatta una premessa: questa Europa si sta connotando, sul piano religioso, in senso sempre più relativista. Mettendo, cioè, sullo stesso piano tutte le fedi a prescindere dai loro contenuti. E’ questa la concezione alla base della convinzione secondo cui le istituzioni di riferimento dell’islam, quali le moschee, i corsi di formazione degli imam, o le scuole coraniche, vadano accreditate pubblicamente.
Ci parli dei contenuti.
Sarebbe sufficiente leggere il Corano o la biografia di Maometto per renderci conto dell’incompatibilità assoluta dell’islam con i diritti fondamentali della persona. In tal senso, sarebbe interessante capire cosa veniva effettivamente insegnato in questi corsi di formazione.
Il governo olandese afferma che la scuola era stata sovvenzionata allo scopo di favorire l’integrazione degli imam moderati.
Guardi, il relativismo, in Olanda, rappresenta un’ideologia di Stato. Il giovane marocchino che il 2 novembre del 2004 assassinò, sgozzandolo, Theo van Gogh nel centro di Amsterdam per le immagini contenute nel suo film Submission, ritenute offensive dell’Islam, era cittadino olandese. E beneficiava di un sistema sociale e di una libertà che gli aveva permesso di frequentare delle moschee radicali dove aveva subito un vero e proprio lavaggio del cervello, fino a trasformarsi in terrorista. Non dimentichiamo che molti immigrati si recavano in Olanda per percepire il sussidio di disoccupazione, un sussidio che cresceva con il numero di figli al punto che, spesso, conveniva non lavorare. Solo di recente è stato posto un argine a tali pratiche sociali.
Quindi?
Tutto questo, per dire che il permissivismo del Paese nei confronti degli immigrati è sempre stato eccessivamente elevato. Il concetto di libertà assoluta ha portato gli olandesi a sentirsi discriminati nei confronti di immigrati che si sono sentiti, via via nel tempo, sempre più depositari di diritti superiori a quelli degli autoctoni. E’ verosimile che, anche nel caso del corso di formazione, il governo olandese si sia sentito in dovere di farsi carico dell’istruzione degli imam. Dubito che, considerate le premesse, abbia inteso farlo confrontandosi con i contenuti dell’Islam, inconciliabili con uno stato di diritto. E’ in questo contesto, oltretutto, che si comprende l’ascesa del Partito della Libertà di Geert Wilders, che ha saputo far leva sul sentimento della popolazione sempre più ostile agli immigrati e, in particolare agli immigrati islamici.
Secondo lei, quale dovrebbe essere, anche per l’Italia, il modello di integrazione auspicabile?
Tanto per cominciare sarebbe necessario fermare la costruzione di nuove moschee e nuove scuole coraniche, così come ha chiesto il movimento politico da me presieduto. All’interno di quelle già esistenti, poi, si deve assicurare il rispetto della legge e delle regole che fondano la civile convivenza. Di conseguenza, un eventuale corso di formazione degli imam può rientrare solo in questo contesto: nell’assoluta compatibilità con la nostra Costituzione.
Ci faccia un esempio.
Si dovrebbe vietare, in questi luoghi, la possibilità di decantare versetti coranici in cui si afferma esplicitamente la necessità di uccidere cristiani, ebrei e tutti gli infedeli; o quelli in cui si ammette la legittimità di picchiare le donne, o che queste possano ereditare solo la metà di quanto spetta agli uomini.
(Paolo Nessi)