Uno dei tanti punti oscuri che hanno contraddistinto la politica kirchnerista di questo ultimo decennio riguarda la questione legata alla genocida dittatura militare degli anni Settanta. Il forte segnale di giustizia proveniente dalla società argentina in questo senso è stato raccolto e, nonostante alcune giuste decisioni come l’abolizione dei decreti che avevano salvato i maggiori esponenti della dittatura dal carcere, si è assistito alla cooptazione politica di due organizzazioni, le Madri e le Nonne di Plaza de Mayo (la prima è un’associazione formata dalle madri dei dissidenti scomparsi durante la dittatura militare tra il 1976 e il 1983, i cosiddetti desaparecidos), all’interno della struttura di potere.



La riscrittura del passato della coppia presidenziale ha trasformato i Kirchner nei portabandiera di una questione molto sentita, fatto che ha portato, nelle sue ramificazioni, alla creazione di una società, denominata “Suenos Compartidos”, affidata alle organizzazioni sopra citate con il compito, davvero nobile, di costruire alloggi per famiglie bisognose. Ma la faccenda è deflagrata in poco tempo in uno scandalo di proporzioni gigantesche che ha coinvolto in prima persona sia Hebe De Bonafini, titolare storica delle Madri, che Sergio Shocklender, un parricida il cui caso scosse l’Argentina degli anni Ottanta, che Hebe aveva adottato pochi anni fa come figlio e contitolare dell’impresa. Giri di tangenti, minacce, sfruttamento schiavista del lavoro… insomma un’immagine che poco ha a che vedere con i diritti umani, immediatamente silenziata dal Governo e dai media perché proveniente da un mondo intoccabile e da un’immagine-totem nella società argentina.



Fino a che un giornalista coraggiosissimo, Luis Gasulla, scosso da una vicenda di cui è stato testimone, ha deciso che era ora di alzare il coperchio su questo caso: ha svolto un’inchiesta di un professionalismo mediatico invidiabile, che si è trasformata in un libro – “Il business dei diritti umani” (edito da Sudamericana) – di enorme successo che ha scosso l’intero Paese e posto molti seri dubbi sia sull’operato delle organizzazioni che sullo sfruttamento politico di una vicenda tra le più oscure del secolo scorso. Lasciamo che sia lo stesso autore, da noi intervistato a Buenos Aires, a svelarci i particolari di una storia che ha non solo dell’incredibile ma lascia attoniti per una vicenda umana, quella dei “desaparecidos” che continua a suscitare una forte emozione anche dopo 40 anni.



L’argomento dei diritti umani in Argentina o, per maggior precisione, dei “desaparecidos” ha conquistato un forte spazio emotivo nel mondo intero, dove le rappresentanti delle Madri e delle Nonne di Plaza de Mayo vengono ricevute alla stregua di capi di Stato. Lo scandalo descritto nel suo libro sembra appartenere a un passato lontano, anche se non lo è…. che necessità ha avuto di “resuscitarlo”?

Credo che il giornalismo debba sempre interrogarsi sugli argomenti nei quali la società dà per scontate le decisioni dei Governi, accettandole a scatola chiusa. Tanto per fare un esempio, all’inizio degli anni Novanta la quasi totalità dei media e la società in argentina non si interrogavano sul perché bisognasse privatizzare le società pubbliche nelle mani dello Stato: tutti erano d’accordo sul fatto che davano forti perdite, ma nessuno si chiedeva se le ragioni non risiedessero nel modo in cui le stesse venivano letteralmente svuotate o mal condotte dai Governi che le amministravano. Con la politica dei diritti umani è accaduto qualcosa di simile, dando per scontato che i Kirchner siano stati rivoluzionari e abbiano fatto molto di più dei Governi precedenti. Ecco, mi pare che in questo mito risieda la base dell’azione kirchnerista. La politica dei diritti umani è entrata anche in questioni non solo culturali ma anche economiche dove molti temi sono serviti per dividere la società in buoni e cattivi, creando il paradigma “quelli che non stanno con noi sono nemici e quindi complici della dittatura”: insomma, una pazzia.

Come ha iniziato questo lavoro di ricerca della verità?

Nel 2011, prima che scoppiasse lo scandalo degli Shocklender-Bonafini, conobbi una donna molto umile, del quartiere di Villa Soldati situato nella zona Sud di Buenos Aires, Teresa Fatima Vera, che poco dopo aver dato alla luce il suo terzo figlio, essendo mancata al lavoro durante i giorni del parto presso l’Obrador de Castanares, una delle società fondate dalle Madri di Plaza de Mayo, venne brutalmente licenziata, maltrattata psicologicamente e senza aver nemmeno un soldo di quanto gli sarebbe spettato, oltre a esserle negato il documento di disoccupazione che sarebbe stato necessario per poter almeno accedere ai sussidi. E questo è un netto contrasto tra la teoria e la pratica di una organizzazione per la difesa dei diritti umani. Di fronte ai tantissimi casi del genere il silenzio è stato generale. Non solo del Governo, ma pure di alcuni partiti dell’ opposizione timorosi di mettersi contro Hebe de Bonafini per quello che la sua figura rappresentava.

 

In effetti si tratta di uno storico personaggio…

Hebe non rappresenta tutte le Madri: di fatto negli ultimi dieci anni molte di loro si sono separate da lei per questioni interne, politiche, ideologiche e anche perché Bonafini tagliava i fondi dei sussidi che l’organizzazione riceveva a tutte quelle che la contestavano, impossibilitandole ad arrivare a Buenos Aires, come successo con le Madri che risiedevano in altre zone dell’Argentina. Attualmente le Madri legate a Bonafini non superano la decina. Molti di quelli ai quali chiedevo di collaborare al libro mi trattavano da pazzo, addirittura dipingendomi come un collaboratore della destra; poi è arrivato lo scandalo e allora anche quelli che erano reticenti hanno cominciato a rompere il muro del silenzio. Ma c’è ancora del lavoro da fare, perché credo che lo scandalo vada ben oltre quello che ho finora raccontato e pubblicato.

 

Il coinvolgimento dei Kirchner con la Giunta militare e, più profondamente, con il Menemismo è ampiamente dimostrato; così come la loro iniziale distanza dalle organizzazioni per i diritti umani. Dal momento dell’assunzione della Presidenza da parte di Nestor Kirchner, nel 2003, il cambio è stato radicale arrivando a una reinterpretazione del loro passato politico in questa causa…..

Mi pare che i Kirchner siano stati molto astuti nell’interpretare il cambiamento dell’opinione della società rispetto alla questione dell’indulto e delle leggi a protezione dei militari della giunta approvate nel decennio menemista. In quel periodo Bonafini rifiutò il pagamento di un indennizzo da parte dello Stato. Poi il 19 e 20 di dicembre del 2001 ci furono le manifestazioni e gli scontri che provocarono le dimissioni del Presidente De La Rua, nei quali le Madri di Plaza de Mayo subirono cariche della polizia a cavallo. Il successivo Presidente, Rodriguez Saa, sebbene in carica per una sola settimana, volle come primo atto ricevere le Madri, sapendo che senza il loro appoggio e quello di altri settori della società l’Argentina non si poteva governare e, come ripeto, Kirchner fu molto astuto nel capirlo. In generale mi sembra che si possa essere opportunistia con ideali o senza e mi pare che Kirchner e il kirchnerismo appartengano a questa seconda categoria, in quanto hanno reinventato e riscritto il proprio passato, cosa che Hebe de Bonafini e Estella Carlotto, titolare dell’organizzazione delle Nonne di Plaza de Mayo, non potevano non sapere o hanno finto e fingono di non conoscere.

 

In che modo Kirchner ha riscritto il proprio passato?

Si è definito figlio della lotta montonera degli anni settanta, quando tutti sanno che cessò di essere militante (peraltro di pochissimo peso) dell’organizzazione al rientro di Peron in Argentina perché si impaurì in seguito al massacro di Ezeiza (la folla che andò in aeroporto a ricevere Peron venne mitragliata da militanti della destra, ndr). Con la moglie si ritirò nella regione patagonica di Santa Cruz dove si arricchì notevolmente sfruttando il decreto numero 1050 della giunta militare sulle espropriazioni di proprietà (che una volta requisite a nullatenenti vittime delle politiche economiche e dei processi inflazionistici manovrati dalla Giunta venivano rivendute dalle sue agenzie immobiliari, ndr) . Inoltre Nestor definì Menem (del cui Governo faceva parte assieme alla moglie) il miglior Presidente che l’Argentina avesse mai avuto, non si occupò mai di diritti umani sia da deputato che da Governatore della provincia di Santa Cruz , la cui polizia fu la più repressiva di quegli anni.

 

Pochi sanno che l’organizzazione delle Madri di Plaza de Mayo si è divisa in due: da una parte la cosiddetta “Linea fundadora” e dall’altra quella capitanata da Hebe De Bonafini, che, insieme a quella delle Nonne, è stata cooptata dal potere kirchnerista. Nel suo libro, riferendosi alla Società “Suenos Compartidos” da loro gestita, vengono descritti atti di minaccia, utilizzo di gruppi di picchiatori, condizioni di lavoro ai limiti della schiavitù: insomma, un panorama più prossimo a una dittatura che a Organizzazioni per i diritti Umani. Perché?

La divisione avvenne nel 1986 perché Bonafini vedeva nell’operato del Presidente Alfonsin (il primo della democrazia argentina) una continuazione della Giunta Militare e di conseguenza disconobbe il Conadeo, l’organismo formato dalle organizzazioni per i diritti umani creato da Alfonsin stesso che promosse i processi ai membri della dittatura. D’altronde dalla fondazione dell’organizzazione delle Madri, avvenuta nel 1979, Bonafini era la leader incontrastata, per cui a un certo punto sopraggiunge la rottura. La cosidetta “linea fundadora” attualmente ha come leader Nora Cortinos ed è emblematico vedere alle manifestazioni che ancor oggi si tengono nella Plaza de Mayo per commemorare i 35000 desaparecidos queste Madri arrivare singolarmente alla spicciolata mentre quelle presiedute da Bonafini vengono accompagnate in furgoni privati e, circondate dai media, occupano il luogo con bandiere, seguite dall’altro gruppo, senza soldi né claque, emarginato quasi a significare che “la Piazza è nostra!“. Ma lo sparuto gruppo protesta perché considera i diritti umani una problematica permanente nell’attuale situazione che vede, per esempio, l’emarginazione totale (e la conseguente mancanza di qualsiasi diritto) delle etnie originarie dell’Argentina, che ancora abitano vaste zone del Paese. O il totale disinteresse del Governo per le vittime della strage alla stazione ferroviaria di Once lo scorso anno, le cui colpe ricadono totalmente sull’attuale dirigenza del Paese.

 

A Madri e Nonne sembra quasi interessare di più apparire che rappresentare un’istanza sociale…

A mio modo di vedere sia Le Madri che le Nonne di Plaza de Mayo si sono definitivamente allontanate dalla società civile per inserirsi nella società politica, trasformandosi nel braccio esecutore di una sua fazione, ed è una grossa contraddizione, perché proprio nel 1986 Bonafini accusava Cortinos di voler essere utilizzata da Alfonsin e gridava ai quattro venti che “mai faremo parte di un Governo e mai entreremo in politica”. Qui ci troviamo di fronte a persone di una certa età e nel mio libro tento di spiegare che il business non è solo ricevere soldi, ma è anche simbolico: il sentirsi influenti nelle posizioni di un Governo, sedersi in prima fila nelle sue manifestazioni politiche, essere accolte sull’aereo presidenziale, ricevere favori continui dai Kirchner che possono collocare loro parenti o amici in posizioni politiche preminenti; ecc. Insomma, queste due organizzazioni hanno ricevuto dal Governo tonnellate di soldi per finanziarsi e oltre mille milioni di pesos per la questione della società “Suenos compartidos”. È una pazzia che un Governo dia una montagna di soldi a una società edile capitanata da una signora di 80 anni senza nessunissima esperienza nella costruzione di alloggi che a sua volta delega il business a un suo figlio adottivo, un parricida e che poi, quando esplode lo scandalo che descrivo nel mio libro, torna a essere il parricida maledetto e viene disconosciuto.

 

Secondo la sua inchiesta giornalistica, basata ovviamente su documenti, i guadagni dell’intera operazione “Suenos Compartidos” sono giganteschi e si parla anche di conti all’estero. Tuttavia il numero degli alloggi effettivamente costruiti è ridicolo….

È totalmente ridicolo. Ho viaggiato per tutto il Paese e posso testimoniare che la gran parte degli alloggi promessi dal Governo, e conseguentemente dalla società costruita allo scopo, non è mai stata costruita e le 6000 famiglie che partecipavano con il loro lavoro alla Società risultano quasi tutte licenziate. Il progetto attuale difatti vede Bonafini solo come una figura di facciata e senza responsabilità finanziarie: insomma, Hebe era perfettamente al corrente di tutto, secondo me, e la questione dimostra ancora di più come le due organizzazioni di diritti umani funzionano alla fine solo come cassa di risonanza del potere attuale che le riempie di soldi per attuare un progetto senza averne il diritto, dato che si tratta di enti che non dovrebbero avere fini di lucro; oltretutto, qualora lo avessero, andrebbe perlomeno indetti dei bandi per l’aggiudicazione dei lavori, cosa prevista obbligatoriamente per legge. Qui invece si sorvola su tutto non si costruisce quasi nulla: i soldi elargiti ritornano alla politica per organizzare eventi o manifestazioni partitiche utilizzando funzionari corrotti. Oltretutto qui sorge un altro problema: se un’organizzazione riceve soldi, come mai molti finiscono sui conti personali di chi le presiede , sia in Argentina che all’estero? Le Madri poi ricevono fondi fin dal 2001, specie dopo che Bonafini aveva inanellato una serie di dichiarazioni, mostrandosi contenta dell’attentato alle Torri Gemelle, dell’operato dell’Eta in Spagna, soldi elargiti in parte dal Venezuela di Hugo Chavez , dalle Farc colombiane….

 

Scusi, stiamo parlando proprio dei guerriglieri rivoluzionari colombiani?

Sì. Già nel 2005, quando ero un giovane aspirante giornalista e avevo un’altra immagine delle Madri, intervistai Hebe: le feci notare la grande contraddizione di un’organizzazione per i diritti umani che riceve fondi da un gruppo terrorista finanziato dal narcotraffico. Lei interruppe l’intervista brutalmente, si emozionò paragonando gli ideali delle Farc con quelli dei suoi figli rivoluzionari, si mostrò altamente contrariata per la domanda e proprio in quel momento, che racconto nel mio libro, mi apparve un personaggio sinistro, che fece chiaramente capire a me e ai miei colleghi di facoltà di andarcene. A mio parere a Bonafini e al kirchnerismo non importa nulla da dove arrivino i soldi, con l’unica eccezione del capitalismo yankee…

 

In pochissimo tempo si sono esaurite due edizioni del libro ed è appena iniziata la vendita della terza. Si è creata una forte voglia di verità, ma a livello mediatico, tolte poche eccezioni, sembra che dell’argomento sia proibito parlare…

Credo che in qualche punto i mezzi di informazione dell’Argentina abbiano un po’ le mani sporche: è chiaro che il gruppo Clarin, come altri media, non sono certo stati e non sono dei santi. In qualche modo hanno di fatto sponsorizzato e aiutato la dittatura militare e in questo ammetto che il kirchnerismo che le Madri hanno ragione. Tuttavia questo non spiega perché ora si accaniscono tanto con un gruppo editoriale che fino a poco tempo fa consideravano amico e che per questo, come tanti altri media, non aveva piacere a indagare sulla questione dei diritti umani o sull’organizzazione delle Madri , che appariva come un totem inviolabile. Jorge Lanata (uno dei più quotati giornalisti argentini, ndr) recentemente mi ha intervistato e ha ammesso che da due anni era al corrente della cosa, ma sbagliando, l’aveva tenuta nascosta perché Hebe gli era simpatica, così come e l’organizzazione delle Madri. E ho anche appurato come per lo stesso lasso di tempo di Jorge il Gruppo Clarin avesse omesso di parlare della cosa. Credo che il mio libro continuerà ad avere importanza e lettori perché ha definitivamente scardinato tutto ciò.