La Grecia si trova sempre più al centro di una crisi umanitaria. Uno dei primi a dichiararlo apertamente è stato Nikitas Kanakis, a capo di Médecins du Monde, la più grande Ong del Paese. Nell’area portuale di Perama, vicino ad Atene, la situazione è così grave che la Società Medica di Atene ha scritto una lettera all’Onu chiedendo un intervento. Come ha scritto Alex Politaki su The Guardian, “se finora si è parlato così poco di questa crisi umanitaria, le motivazioni sono politiche. Se riconoscessero la gravità della situazione, il governo greco e l’Ue dovrebbero ammettere anche che l’attuale stato di cose è stato provocato dal cosiddetto ‘salvataggio’ economico del Paese”. Ilsussidiario.net ha chiesto un commento a Dimitri Deliolanes, corrispondente da Roma della tv pubblica greca ERT.



Per l’Ue dopo il piano di austerity la situazione in Grecia starebbe migliorando. E’ veramente così?

L’unico miglioramento è quello finanziario, nel senso che ci sono maggiori probabilità del fatto che i creditori riescano a riscuotere quanto spetta loro. Ma questo non c’entra nulla con la reale situazione della Grecia.



Come stanno realmente le cose?

Ci sono 500mila famiglie prive di reddito, nelle quali sia la moglie sia il marito sono disoccupati. A mantenerle spesso è la pensione della nonna o del nonno, che in molti casi non supera i 300-400 euro al mese. Chi è rimasto senza parenti anziani ha solo due alternative: o trasferirsi in campagna, in modo da riuscire quantomeno a coltivare e a mangiare prodotti della terra, oppure andare alle mense dei poveri, che sono parecchie centinaia in tutta l’Attica. Una situazione destinata a peggiorare, in quanto la Troika (il terzetto composto da Bce, Fmi e Commissione Europea, Ndr) ha previsto il licenziamento di 25mila statali entro quest’anno e di 150mila entro il 2015.



Secondo alcuni media, i greci sono disoccupati ma poi si rifiutano di svolgere i lavori manuali …

E’ una visione piuttosto datata rispetto alla reale situazione. Prima dell’inizio della crisi i greci preferivano non svolgere alcuni lavori, come quello di bracciante agricolo, lasciandoli agli immigrati. Oggi però non è più così, i greci fanno i muratori, i lavoratori stagionali nei campi, i benzinai, i venditori nei chioschetti sulle autostrade.

Il governo di Antonis Samaras non è riuscito a dare le risposte che si attendevano i suoi elettori?

Samaras aveva promesso che il suo sarebbe stato un governo che avrebbe rinegoziato le terribili condizioni del Memorandum of Understanding. Di fatto però non c’è stata nessuna rinegoziazione, ma solo un aut aut. Il nostro governo non fa altro che applicare le ricette della Troika, non ha nessun tipo di autonomia e di contrattazione ed è esautorato da qualsiasi responsabilità.

 

Quali sono state le conseguenze?

In un recente rapporto, il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, Olivier Blanchard, ha ammesso gli errori nei calcoli della sua organizzazione rispetto agli effetti dell’austerity sul peggioramento della recessione. L’Fmi non aveva infatti previsto una contrazione del Pil greco pari al 7/8%, ma pensavano che si sarebbe limitata al 3,5/4%. Ora l’Fmi ha riconosciuto ufficialmente il suo errore. In occasione dell’ultima riunione di Ecofin, il ministro greco delle Finanze, Yiannis Stournaras, ha posto la questione, chiedendo come si possano alleggerire le misure di austerità in modo da garantire un minimo di respiro ai greci. La risposta è stata che non è previsto alcun alleggerimento e che occorre proseguire con le misure già decise. A fine mese la Troika si recherà di nuovo in Grecia e ci si aspetta una nuova stretta.

 

Eppure la situazione della Grecia è ormai passata sotto silenzio …

Trovo incredibile il fatto che si sia parlato molto di Grecia, quando scoppiavano le molotov a Syntagma, mentre ora si tace il fatto che c’è un’emergenza umanitaria in un Paese allo stremo. La popolazione greca non ce la fa più, tanto che è probabile che sia messa in pericolo non solo la nostra democrazia ma la stessa stabilizzazione dei Balcani. Ci sono pericoli non solo per il popolo greco, ma anche per la regione in generale.

 

Se la troika decide al posto del Parlamento, la democrazia non è già di per sé indebolita?

La crisi della democrazia per opera di questo conglomerato sovranazionale rappresentato dall’Unione Europea è un tema già noto. La Commissione Ue è un organismo non eletto, e le sue decisioni e orientamenti spesso sono finalizzati alla soddisfazione di esigenze finanziarie, piuttosto che alla necessità di dare risposte all’economia reale o alla popolazione europea.

 

(Pietro Vernizzi)

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