Svolta in Francia. Il Consiglio Nazionale dell’ordine dei medici ha consentito, per la prima volta, alla cosiddetta “sedazione terminale” per quei pazienti in fine di vita che abbiano fatto “richieste persistenti, lucide e ripetute”. L’Ordine, invocando “un dovere di umanità”, fa sapere che tale pratica verrà riservata solamente a “casi eccezionali”, come per esempio “agonie prolungate e dolori incontrollabili”. Il termine eutanasia non viene mai menzionato esplicitamente (ma di questo si tratta) e il Consiglio Nazionale francese dell’ordine dei medici si limita a invocare “un dovere umanitario”, facendo sapere che tale pratica verrà riservata a quelle situazioni considerate “eccezionali”, quindi a casi in cui vi siano “dolori insopportabili” o “agonie prolungate”. Si comunica inoltre che proprio questi stessi casi “eccezionali”, i quali vengono definiti tali dopo aver appurato l’inefficacia delle normali terapie e l’introduzione di cure palliative, dovranno essere accertati come tali non da un solo medico ma in modo collegiale, anche se i criteri sembra siano ancora da stabilire. La legge francese in vigore dal 2005, quella che parla di “dosi terapiche in grado alleviare il paziente, con il suo consenso, anche nel caso in cui tali dosi rischino di abbreviare quel che rimane di vita”, in realtà già riguarda la maggioranza dei casi che si possono verificare nella pratica clinica, ma non quelle “agonie prolungate” o dolori che risultano incontrollabili nonostante le cure palliative. Sono proprio queste situazioni, ha dunque spiegato ancora il Consiglio Nazionale francese dell’ordine dei medici, che, sebbene rare, “non possono rimanere senza risposta”. Per questo motivo, viene dunque spiegato, per la prima volta verrà consentita la cosiddetta “sedazione terminale” per quei pazienti in fine di vita che abbiano fatto “richieste persistenti, lucide e ripetute”.
E’ stato Papa Benedetto XVI a ricordare recentemente, nel corso della sua catechesi pubblica nell’Udienza generale in Vaticano, che “non è facile essere fedeli al matrimonio cristiano, praticare la misericordia nella vita quotidiana, lasciare spazio alla preghiera e al silenzio interiore; non è facile opporsi pubblicamente a scelte che molti considerano ovvie, quali l’aborto in caso di gravidanza indesiderata, l’eutanasia in caso di malattie gravi, o la selezione degli embrioni per prevenire malattie ereditarie”.