Ucciso a colpi di arma da fuoco Chokri Belaid, leader del Partito dei patrioti democratici, principale forza di opposizione tunisina. L’uomo, che nel recente pasta aveva ricevuto minacce di morte, è stato freddato con quattro colpi di arma da fuoco mentre usciva dalla sua abitazione questa mattina. Sembra che l’attentatore fosse un uomo solo che gli ha sparato da distanza ravvicinata senza che nessuno intervenisse per fermarlo. Il partito guidato da Belaid era nato di recente ed è considerata la più significativa forza di opposizione al governo di tendenza islamica fondamentalista che ha preso il potere in Tunisia dopo le elezioni che hanno fatto seguito alla fine del regime. E’ proprio in Tunisia che ha preso il via la prima delle rivoluzioni ricordate come Primavera araba che poi si sono estese a Egitto, Libia e Siria. Si sospetta che dietro all’omicidio del leader politico ci siano esponenti della Lega per la protezione della rivoluzione, formazione politica che sostiene il governo in carica e che aveva già commesso atti di violenza contro esponenti e sedi del partito di Belaid. Questi era impegnato a sostenere una Tunisia al di fuori del fondamentalismo islamico e laica. Proprio ieri sera il politico ucciso aveva rilasciato una forte dichiarazione in cui attaccava il partito del premier Jebali, Ennahda, dichiarando che gli episodi di violenza che si susseguono in Tunisia nascono come conseguenza della crisi interna del partito di maggioranza stesso. Aveva poi detto di come il premier stia cercando il totale controllo dell’amministrazione, della giustizia e dell’apparato militare e che la Tunisia è costretta a vivere in un clima di violenza, Violenza che oggi ha colpito proprio lui eliminando la voce più forte dell’opposizione e della speranza di una Tunisia laica. Ovviamente il clima di tensione nel paese è immediatamente salito e il fratello del politico ucciso ha accusato esplicitamente di aver organizzato l’omicidio il partito al potere e il capo del governo di essere il mandante. Il partito di Belaid era da poco entrato a far parte di una coalizione di opposizione democratica che si era data il nome di Fronte Popolare.
Centinaia di persone in queste ore stanno dirigendosi verso la sede del ministero dell’interno per organizzare una manifestazione di protesta. I manifestanti chiedono le dimissioni del primo ministro Jebali.