La Corea del Nord considera “completamente nullo” l’armistizio siglato nel 1953 per chiudere la guerra di Corea e minaccia un attacco nucleare preventivo. Complici le nuove sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, a scatenare l’ira del regime di Pyongyang è stato il recente avvio delle esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud, da sempre considerate una “provocazione” e un preludio a “una vera e propria invasione”. Il Rodong Sinmun, il quotidiano del Partito dei Lavoratori, ha fatto sapere che gruppi militari di prima linea, unità antiaeree e strategiche di missili e armi nucleari sono “nello stadio finale di guerra a tutto campo, in attesa dell’ordine d’attacco” e che “i regimi fantoccio negli Stati Uniti e nella Corea del Sud saranno trasformati in un mare di fuoco in un batter d’occhio” se dovesse effettivamente scoppiare una guerra. Intanto, come prima azione di rottura diplomatica, la Corea del Nord ha tagliato la cosiddetta “linea rossa”, il collegamento telefonico d’emergenza che attraversa il villaggio di tregua di Panmunjom. Abbiamo commentato la delicata situazione attuale con il giornalista Marco Del Corona, per anni corrispondente dalla Cina per il Corriere della Sera e oggi rientrato alla redazione Cultura del quotidiano di via Solferino.



Siamo davvero così vicini a un attacco nucleare?

Pur non sapendo cosa potrà realmente accadere nelle prossime ore, non credo che assisteremo all’inizio di un conflitto nucleare. Di situazioni simili ne abbiamo già viste tantissime, dal bombardamento dell’isola di Yeonpyeong effettuato nel 2010 dalla Corea del Nord, fino all’affondamento della nave militare sudcoreana avvenuto nello stesso anno in circostanze misteriose. Non mi stupirei, quindi, se anche questa volta non dovesse scoppiare una guerra atomica.



Cosa può dirci di queste esercitazioni congiunte Corea del Sud-Usa che fanno infuriare la Corea del Nord?

Queste esercitazioni in realtà sono una costante, anche se da sempre suscitano l’ira dei nordcoreani. Gli Stati Uniti vantano una ingente presenza militare in Corea del Sud ed esercitazioni di questa portata si svolgono con cadenza annuale e, su scala ridotta, anche più spesso. In questa occasione, però, la reazione della Corea del Nord è particolarmente rabbiosa.

Come mai?

Perché proprio nei giorni scorsi l’Onu, anche con il voto della Cina, ha inasprito le sanzioni contro la Corea del Nord a causa del terzo test nucleare avvenuto circa un mese fa. Il regime di Pyongyang ha quindi utilizzato questo pretesto per poter alzare i toni della sua retorica.



Che significato ha invece l’interruzione della cosiddetta “linea rossa”?

Pur considerandolo certamente significativo, anche questo atto può essere considerato puramente simbolico. Un gesto del genere non era mai avvenuto in precedenza, ma è anche vero che tecnicamente la Corea del Nord è ancora in stato di guerra con il Sud, visto che dopo la guerra del 1950-53 non è mai stato firmato un trattato di pace, ma solamente un armistizio.

Che la Corea del Nord ha recentemente definito “completamente nullo”…

Esatto, ma le posso assicurare che basta recarsi anche solo una volta in Corea del Nord per rendersi conto che l’attuale retorica è ancora quella di un Paese in guerra, come se il conflitto non fosse mai realmente finito. Questa stessa guerra, inoltre, viene data per vinta: noi siamo abituati a pensare alla Corea del Nord come il Paese sconfitto nel 1950-1953, eppure loro sono convinti di aver ricacciato gli americani e di aver concluso le ostilità con una netta vittoria.

 

Che atteggiamento ha la Corea del Nord nei confronti del Sud e degli Stati Uniti?

Nei confronti della Corea del Sud c’è un sentimento ambivalente: da una parte viene disprezzata la leadership “fantoccio” degli Stati Uniti, ma dall’altra i nordcoreani si considerano comunque parte dello stesso popolo, anche se “ingannato” dagli americani. Gli Stati Uniti, invece, sono gli aggressori, coloro hanno scatenato la guerra e che vogliono la distruzione della Corea. Questo, dal loro punto di vista, giustifica il perseguimento di un programma nucleare.

 

Ma la Corea del Nord sarebbe effettivamente in grado di attaccare gli Stati Uniti o installazioni militari americane in Corea del Sud?

La Corea del Nord sarebbe in grado di attaccare il territorio americano se disponesse di missili balistici a lungo raggio funzionanti su cui sono montate testate convenzionali nucleari, ma tali condizioni non sono così facili da raggiungere. Se quindi un attacco deve proprio esserci, allora è molto più probabile che venga rivolto alle installazioni americane in Corea del Sud, anche se non credo possa avvenire a breve.

 

Nonostante le minacce ricevute, non crede che la reazione americana sia al momento piuttosto timida?

E’ la conferma che in fondo anche gli Stati Uniti non credono che queste esplosioni di furore retorico possano effettivamente tramutarsi in un conflitto. L’amministrazione americana sceglie giustamente di non reagire alle provocazioni per non cadere nella trappola di un’escalation retorica: poi, se un attacco dovesse effettivamente presentarsi, allora la situazione cambierebbe radicalmente.

 

(Claudio Perlini)