Xi Jinping è stato eletto presidente della Repubblica Popolare Cinese. 59 anni, leader del Partito comunista cinese, Xi era già succeduto a Hu Jintao a novembre nella carica di segretario generale del partito. E’ stato eletto dall’Assemblea nazionale del popolo, il Parlamento cinese, ricevendo il 99,7 per cento dei 2963 voti, un voto contrario e tre astensioni. Nessuna sorpresa, dunque, visto che la sua elezione era già largamente attesa, soprattutto dopo che lo stesso Xi Jinping era stato nominato a novembre capo del Partito comunista e dell’esercito. A sorpresa è stato invece nominato vicepresidente Li Yuanchao, capo del Dipartimento organizzativo del partito, con 2.839 voti a favore e 80 contrari. Li Yuanchao è infatti considerato un riformista ed è stato preferito al favorito Liu Yunshan. Dopo la votazione è sorto un forte dibattito riguardo alcuni aspetti poco chiari o comunque particolari: a far parlare è stato innanzitutto quel voto contrario, l’unico tra le 2963 schede, ma c’è chi crede che (per segnalare estrema modestia) Xi Jinping abbia votato contro se stesso per non correre il rischio di ottenere il 100% dei consensi. Altro dettaglio che ha incuriosito è il numero delle schede presenti nell’urna: il Congresso nazionale del popolo è costituito da 2987 delegati, ma tra questi si sono registrate 24 per assenze giustificate. Il totale, dunque, dovrebbe essere stato di 2963 membri, eppure alla fine dall’urna sono uscite 2956 schede. Sono in molti a chiedersi che fine abbiano fatto quelle sette mancanti, probbilmente non consegnate come gesto di dissenso.  



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