Non ha nascosto la sua contrarietà alla decisione italiana di non far rientrare i due marò in India. Il primo ministro Manmohan Singh si è lamentato e lo ha fatto con ogni mezzo a sua disposizione, in Parlamento e via twitter. Una protesta più che giustificata secondo l’economista Giulio Sapelli. Secondo il professore l’India ha tutte le ragioni per alzare la voce e chiedere che i due militari Latorre e Girone lascino il loro paese d’origine, rispettando così l’accordo. Singh è stato chiaro: “Se non tengono fede alla loro parola, ci saranno conseguenze nelle nostre relazioni con l’Italia”. E intanto trema la sedia dell’ambasciatore italiano Daniele Mancini. Il premier ha, infatti, fatto intendere che potrebbe decidere di espellerlo a seguito “dell’inaccettabile condotta del governo di Roma”, come riportato dall’emittente Ndtv e dal sito del quotidiano Industan Times. Ilsussidiario.net ha chiesto al professor Sapelli di provare a sbrogliare l’intricata matassa.

Il premier indiano Manmohan Singh ha già “minacciato” l’Italia. Cosa ci dobbiamo aspettare?

Non parlerei di minacce all’Italia. Dal punto di vista indiano è l’Italia che ha minacciato l’India. Ricostruiamo la vicenda partendo da lontano: gli indiani hanno comprato degli elicotteri dagli italiani vincendo le forti pressioni che francesi, americani, svedesi e inglesi esercitavano su di loro. Di lì a poco scoppia lo scandalo in Italia. I giudici di Busto Arsizio dicono che a prendere le tangenti è un generale indiano che però si scopre non essere più capo dello Stato maggiore da tre anni.

Dunque?

Gli indiani si sono sentiti già presi in giro per questa storia delle tangenti, per arrivare poi alla vicenda dei due marò, che fino a prova contraria godono della presunzione di innocenza ma non possiamo esserne certi. Non è l’India che minaccia l’Italia ma è l’Italia che ha gravemente compromesso i rapporti con l’India. Si tratta di un atto incredibile nella storia diplomatica. Ora può succedere di tutto, possiamo ancora veder interrotti i nostri rapporti diplomatici. È l’ultima perla del Governo Monti. Il Ministro Terzi finora ha fatto dei danni solo in politica interna e in Europa non ci ha rappresentati a dovere. Questa è la catastrofe di una politica estera fatta da incompetenti. Già è strano che siano tornati in Italia, ma poi arrivano e tu non li rimandi indietro? È una cosa da Circo Togni internazionale.

Come ha letto il comportamento del Kerala?

È stato un comportamento giusto, in Kerala c’è il miglior stato di diritto. È lo stato più alfabetizzato indiano, in cui c’è il più basso tasso di povertà e dove ormai dal ’56 si alternano ininterrottamente il partito del congresso indiano e il partito comunista indiano marxista. È uno stato in cui non ci sono conflitti etnici perché indù, musulmani e cristiani sono equamente suddivisi. È uno degli stati più pacifici dell’India. Credo che il fatto di aver concesso dei “viaggi premio” sia dovuto alla pressione del governo centrale indiano che voleva evitare problemi di conflittualità.

Arrivati a questo punto dalle parole si passerà ai fatti? Ci saranno delle conseguenze per l’Italia?

Mi sembra evidente. Cosa può fare il primo ministro indiano? Le rappresaglie che ci saranno in India mirano anche a preservare l’integrità del partito del congresso indiano attualmente in carica. La leader, Sonia Gandhi, non dimentichiamocelo, è una signora italiana. Il primo ministro è costretto a fare il muso duro perché se così non fosse sembrerebbe che attuino una politica di favoritismi nei confronti di un politico di origine italiana.

 

Quindi potrebbero esserci delle ripercussioni per Sonia Gandhi?

Direi di sì: non solo su di lei ma su tutto il partito del congresso, che ha come sua massima leader una non indiana. Si sa che le campagne elettorali sono campagne elettorali, senza esclusione di colpi, e oggi che il partito governa con difficoltà questa vicenda non può che indebolirlo ancor di più.

 

Quali scenari pensa che si apriranno?

Ci saranno delle conseguenze molto gravi se non si interviene rapidamente. Se il primo ministro non vola a Nuova Delhi cercando di dare delle spiegazioni e provando a ricucire i rapporti, le conseguenze potrebbero essere immense. Si è trattato di un atto diplomatico inaudito. E ancora più incredibile è vedere che nessuno si è interessato della vicenda.

 

In che senso?

Se fossimo stati nella prima Repubblica ci sarebbero state una valanga di interrogazioni parlamentari. Il ministro degli Esteri avrebbe dovuto dare delle spiegazioni. Queste richieste sono state presentate oggi? Non mi risulta.

 

Ora che la frittata è stata fatta, secondo lei c’è ancora margine per negoziare?

Sì, ma non bisogna perdere tempo. In primo luogo bisogna chiedere scusa all’India e restituire i marò.

 

Secondo lei verrà fatto?

Conoscendo Monti e Terzi credo che non sarà fatto. Sono loro che hanno preso questa decisione. Su questa cosa, ahimè, dovrebbe intervenire l’opinione pubblica: tu metti a repentaglio il buon nome del mio paese per un atto di questo tipo?

(Elena Pescucci)