L’India l’ha presa malissimo. Il governo italiano ha deciso di non riconsegnare i due marò, accusati di aver ucciso due pescatori, dopo che era stata concessa loro una licenza per venire in Italia a votare. Del resto, come ha ricordato su queste pagine l’esperto di Diritto internazionale Enzo Cannizzaro, si è trattato di un atto legittimo. L’India, infatti, per un anno non ha riconosciuto ai soldati italiani il diritto all’immunità funzionale: agivano per conto dello Stato italiano, e non sono imputabili di reati penali a titolo personale. Una violazione, certo, ma decisamente meno grave di quella effettuata dal Paese come reazione: l’India, infatti,ha revocato le immunità al nostro ambasciatore del Paese. Un’operazione che il diritto internazionale non consente in nessun caso, neanche in guerra. In ogni caso, Sonia Gandhi, presidentessa del Partito del Congresso, attualmente al potere, ha attaccato l’Italia, accusandola di «un inaccettabile tradimento». Di fronte la Congresso ha spiegato che appoggerà ogni iniziativa per far rientrare in Italia i due fucilieri del reggimento San Marco, Latorre e Girone. «Nessun paese può, dovrebbe, o sarà autorizzato a sottovalutare l’India», ha detto, definendo quella del governo italiano una sfida. Si dà il caso che la potente politica indiana sia, in realtà, un’italiana, nata in provincia di Vicenza e cresciuta alla periferia di Torino. Per questo, è stata sospettata di “intelligenza col nemico”. Da anni, pare che abbia rinunciato a parlare italiano in pubblico per non irritare gli ampi settori nazionalisti del Paese