Non è andato tutto liscio nella decisione, controversa, di rimandare in India i due marò accusati di omicidio. Il repentino retromarcia del nostro governo che giorni fa aveva annunciato che i due militari sarebbero rimasti in Italia accusando l’India di violazione del diritto internazionale, dopo le asprissime polemiche scatenate dal governo indiano, a un giorno dalla scadenza del permesso, ha infatti lasciato strascichi pesanti. I due soldati sono stati rispediti oltre mare dove affronteranno il loro destino. Unica – inquietante – consolazione il fatto che il nostro governo ha ottenuto l’impegno da parte indiana in caso fossero giudicati colpevoli di non condannarli alla pena di morte. I due marò ieri alla notizia sono rimasti allibiti: sembra che per convincerli ad accettare ci siano volute cinque ore di discussione. Oggi alle 13 e 30 italiane, le 18 e 30, i due sono arrivati all’ambasciata italiana dove rimarranno: gli indiani hanno assicurato che non li avrebbero arrestati al loro ritorno. Martedì intanto il ministro Terzi e il ministro Di Paola riferiranno alla camera sul caso: tutti i gruppi politici sono alquanto arrabbiati con il governo. Sel considera il comportamento “censurabile”, il Pdl parla di “orrenda figura dell’Italia”. Ma anche lo stato maggiore della Marina italiana è disorientato: è stato infatti espresso sconcerto e disorientamento da parte di tutto il personale di ogni grado e ordine. Stupore infine per la decisione da parte dell’Unione europea che non è stata avvista della decisione di rimpatriare i due. La speranza, dicono a Bruxelles, è che la controversia fra Italia e India venga risolta. In uttta questa vicenda la persona più criticata è ovvimaente il ministro della difesa Terzi che però ha fatto sapere di non avere intenzione di dimettersi.



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