Da pochi giorni ha occupato il soglio di Cristo, ma Papa Francesco ha già compiuto un miracolo: da nemico numero uno del potere kirchnerista, in pochi giorni la sua persona è diventata l’idolo dello stesso Governo che fino a poco fa lo detestava. Misteri della Fede? No, della politica. Perché, a dire il vero, con un ritardo tale da far apparire la conversione come comica, Cristina e il suo entourage si sono accorti che la figura di Bergoglio rischiava di compromettere definitivamente le possibilità di rielezione del 2015 e quelle del partito kirchnerista alle prossime elezioni per la Camera e il Senato.



L’ordine è partito dal filosofo del movimento, Josè Pablo Feinmann, che ha detto: “Per vincere le elezioni il kirchnerismo deve appropriarsi del Papa… questo Papa deve essere nostro: cosicchè ragazzi… non rompete più sul Papa… non dobbiamo permettere alla destra di appropriarsi della sua figura”. E così è iniziata la  “conversione” di massa: personaggi che fino a poche ore prima avevano sparato cannonate contro papa Francesco si sono convertiti. Lo ha fatto la Presidente delle nonne di Plaza de Mayo, Estela Carlotto, che aveva dichiarato come “Bergoglio appartiene alla Chiesa che ha oscurato il nostro Paese” oppure l’altra Madre di Plaza de Mayo, la Presidente dell’organizzazione, Hebe de Bonafini, che addirittura nel 2007 diceva “Macri e Bergoglio appartengono alla stessa razza: sono fascismo, sono il ritorno della dittatura”.



L’operazione di pulizia “papale” ha incluso anche i mass media del Governo che hanno abbassato i toni della polemica, come è successo al quotidiano “Pagina12” che pure aveva titolato l’elezione del Papa con un gigantesco “Dio mio!!!”, non proprio legato al “gaudium magnum”… Spariti i dossier falsi contro Bergoglio, che pure avevano riempito pagine dei quotidiani di mezzo mondo, particolarmente diffusi da un giornalista, Horacio Verbinsky, ora “epurato” dal Potere e del quale solo adesso si scopre un passato di capo redattore di giornali chiaramente legati alla ditattura di Ongania (anni Sessanta) e di riviste militari dove scrivevano feroci repressori degli anni Settanta, quali ad esempio il famigerato Ammiraglio Agosti.



Domenica si è celebrato il 37esimo anniversario del golpe militare che negli anni Settanta instaurò la genocida dittatura: incredibilmente alla commemorazione sono state invitate anche persone che, fino a poche ora prima, erano odiate dal regime, quali la giornalista Magdalena Ruiz Iguazù o Graciela Fernanzed Meijlde, che fu una delle figure  principali del processo contro le dittatura instaurato da Alfonsin e che fino a poco tempo fa veniva addirittura additata come alleata della dittatura stessa.

Il culmine di questo falso cambiamento, tanto più ipocrita perchè preceduto da una atmosfera di segno opposto fino a pochissimi giorni fa, si è raggiunto quando sul palco della manifestazione, allestito nella Plaza de Mayo, ha preso la parola la già citata Hebe de Bonafini, che ha riconosciuto a Bergoglio “una costante presenza nei quartieri poveri in aiuto agli emarginati della società”. Curiose parole, dette oltretutto da una persona che arrivò non solo a offenderlo con estrema villania, ma anche a occupare la Cattedrale di Buenos Aires.

Chissà cosa devono aver pensato i giovani della Campora, il gruppo oltranzista kirchnerista, che fino a poco tempo fa, nel rispetto del dogma, fischiavano apertamente Bergoglio, sputavano sulle immagini dei “nemici” del kirchnerismo e sprizzavano di odio inculcato dai comunicati presidenziali. Adesso si tratterà di far capire a Cristina che l’argentino eletto Papa non è lei, vista la foga cristiana con cui imbastisce i suoi discorsi.

Di certo, sotto il Cupolone,  la faccia di papa Francesco si illuminerà di un sorriso.. amorevole ma anche sarcastico. “Misteri della Fede” penserà…