In Texas è sparita una delle cinque fiale contenenti il Guanarito. Poco male, si potrebbe pensare di primo acchito, scambiando questo pericolosissimo virus per Guaranito, nota bevanda gasata equo-solidale, che come effetti collaterali potrebbe al massimo dare un po’ di aerofagia. Tutto al contrario il suo (quasi) omonimo e letale Guanarito, agente patogeno proveniente dal Venezuela che causa la cosiddetta “febbre emorragica”, cioè un fortissimo innalzamento della temperatura corporea acuito da manifestazioni emorragiche ipodermiche, carenza di globuli bianchi, convulsioni, vomito e diarrea, che in numerosissimi casi porta anche alla morte. La fiala contenente il virus era custodita in un laboratorio del governo americano di Galveston, nel Texas, laboratorio di massima sicurezza nel quale si esclude che sia potuto entrare un estraneo per sottrarre qualcosa. Niente paura, quindi, il virus non è in mano a terroristi che progettano guerre batteriologiche: gli inquirenti propendono per la pista dell’errore di un dipendente che avrebbe distrutto la provetta insieme ad altri materiali infetti. Il virus del Guanarito, oltre ad altri – come quello del vaiolo – è studiato nel laboratorio americano per tentare di debellare la malattia che provoca e che in America Latina è ancora piuttosto diffusa e per la quale non esiste né vaccino né cura. La “febbre emorragica” è un tipo esempio di zoonosi, ossia di malattia trasmessa all’uomo dagli animali, in questo caso dei topi presenti solo in Sudamerica e che dai roditori si trasmette all’uomo tramite contatto con urine e gocce di saliva degli animali infetti. Il contagio si può poi estendere tra individui umani ma secondo le ricerche è un fatto poco comune.