Americani, francesi, sudafricani, ribelli ugandesi: la Repubblica Centrafricana è al centro, è proprio il caso di dirlo, di un intrigo internazionale. L’importanza strategica data dalla sua posizione (è il cuore dell’Africa) e le ingenti risorse ancora non sfruttate ne fanno ovviamente un boccone appetitoso per tutti quelli che ci possono mettere le mani. E’ così che il colpo di Stato operato dai ribelli del Seleka si colora di molti più aspetti di quelli apparenti: via il presidente regolarmente eletto, al suo posto un gruppo di oppositori. Tutto qui? No, c’è molto di più, come ha spiegato al sussidiario.net il professor Calchi Novati: “Siamo davanti a una situazione tutta da decifrare. Quel che è certo è che il Sud Africa, che aveva mandato già a gennaio truppe per difendere il presidente Bozizè, ha subito uno smacco clamoroso che potrebbe portare a conseguenze imprevedibili. E dietro a tutto questo, la presenza dell’esercito di ribelli ugandesi, i famigerati militanti del Lord’s Resistance Army del sanguinario Joseph Kony…



Che tipo di regime era quello del presidente fuggito Francois Bozizè? Si poteva definire democratico?

Sul grado di democraticità sarei cauto. Era però considerato a tutti gli effetti un governo legittimo, membro dell’Unione africana e quindi in regola con certi parametri di democraticità richiesta. Tanto è vero che lo stesso Sud Africa aveva inviato truppe per garantire la sicurezza del presidente, anticipando e aggirando una richiesta di intervento che poteva essere fatta invece alla Francia. Così facendo, il Sud Africa ha rivendicato il suo gesto come un buon esempio di gestione africana di una crisi africana.



Come ha reagito il Sud Africa al colpo di stato?

E’ rimasto ovviamente molto scottato, ha di fatto subito un grosso smacco che un presidente protetto dalle sue truppe sia stato rovesciato. Il governo sudafricano ha specificatamente definito i ribelli “banditi” escludendo la terminologia classica in questi casi e cioè terroristi.  Da tener conto poi che da quanto si sa le uniche vittime di questo colpo di stato al momento sono proprio soldati sudafricani. 

Come si è arrivati a questo punto? 

Era in corso una guerra interna da tempo. Lo scorso gennaio però era stato firmato una  specie di accordo di pace tra il movimento dei ribelli, il Seleka, membri dell’opposizione e lo stesso governo. C’era in vigore un accordo di spartizione del potere che sembrava un compromesso riuscito.



Invece?

I ribelli hanno accusato Bozizè di non aver  rispettato l’accordo e hanno fatto un atto di forza che ha spinto lo stesso Bozizè a fuggire. Uno dei tre elementi che tenevano su il compromesso è venuto meno.

Che cosa rappresentava Bozizè? Un partito di sinistra, di destra o che cosa?

Sono definizioni che hanno poco senso in questi paesi. Bozizè era neutro, legato ai soliti giochi filo francesi tanto è vero che è intervenuto il Sud Africa. La Francia aveva detto che non sarebbe intervenuta militarmente, ma alcune truppe francesi in aggiunta a quelle già presenti sembra siano arrivate comunque. Non è il Ciad  dove la Francia ha un vero presidio militare imponente che è stato usato per inviare truppe nel Mali, ma la Francia è comunque presente. 

E i ribelli del Seleka chi sono?

Ci sono state forzature per descriverli, parlando di fondamentalisti islamici, anche se però qualche espressione legata allo jihadismo è stata usata dalla stampa internazionale e anche dalla Bbc.  Le tracce di islamismo non sono così evidenti, ma potrebbero non essere del tutto assenti.

 

Nella Repubblica Centrafricana la maggioranza della popolazione è cristiana, i musulmani sono una minoranza. 

 

Certamente, siamo fuori della fascia sahara-sudanese  dove la presenza islamica è forte. Si trova al sud del Ciad quindi è Africa nera, sulla stessa linea  in latitudine del sud Sudan che si è distaccato dal Sudan vero e proprio in virtù della popolazione cristiana. Siamo dunque fuori dall’influenza islamica. Il capo dei ribelli poi si chiama Michel (Djotodia), non Mohammed, un nome cristiano e questo già ci dice che l’elemento islamista è raro in questo paese.

 

Un paese povero però. 

 

La popolazione certamente è povera ma va analizzata la situazione, è una povertà relativa. La Repubblica Centrafricana come molti paesi africani lontani dal mare è stata  poco valorizzata perché anche se trovi delle risorse esse diventano costosissime per le spese di trasporto fino al mare stesso. Adesso con i miglioramenti tecnologici anche questi paesi, vedi il Mali o il Ciad, vengono considerati interessanti per lo sfruttamento delle risorse. 

 

Per cui finiscono al centro degli interessi internazionali. 

 

Dal punto di vista strategico è un paese importante perché collega il Ciad a nord ai grandi laghi al sud e nella linea ovest est collega il bacino del Congo con quello del Nilo. Da questo punto di vista è il cuore dell’Africa. Dopo la follia di Bokassa che lo trasformò addirittura in un impero, ci si è però quasi dimenticati della sua esistenza. 

 

Dunque come si spiega questo improvviso interesse tanto da arrivare a un colpo di stato?

 

Ci sono interessi nascosti. Basti pensare che in questo paese sono presenti anche truppe americane non denunciate ufficialmente, arrivate qui per dare la caccia a Kony, il capo dei ribelli ugandesi condannato per crimini di guerra dalla Corte internazionale dell’Aja. Come si sa l’Uganda è un fantoccio nelle mani degli Stati Uniti che ne coprono le operazioni militari in Congo, quindi hanno mandato fino a qua le loro truppe per garantirne la sicurezza. I ribelli di Kony da qualche tempo sono sconfinati nel Centrafrica e adesso la situazione è davvero caotica. Il colpo di stato lo dimostra. E’ una situazione in pieno sviluppo di cui al momento non si può dire come si evolverà.