“Siamo consapevoli del fatto che i terroristi di Boko Haram aspettano solo che le chiese si riempiano in occasione della Pasqua per colpire e fare il maggior numero di vittime possibili. Le difficoltà, le tensioni e i sanguinosi attacchi di cui è vittima la Nigeria non fanno però che aumentare il numero di fedeli che desidera partecipare alle celebrazioni della Settimana Santa, per sperimentare il messaggio di speranza e di solidarietà senza cui non riescono a vivere”. Ad affermarlo è Ignatius Kaigama, presidente della Conferenza episcopale nigeriana e arcivescovo di Jos, una delle città più martoriate dagli attacchi del gruppo terroristico legato ad Al Qaeda.



Arcivescovo Kaigama, c’è il timore di nuovi attentati in occasione delle celebrazioni per la Pasqua?

Siamo consapevoli del fatto che i terroristi attendono questa occasione nella quale tutti i cristiani si riuniscono per celebrare. Le Messe di Pasqua e di Natale, che sono le più affollate, sono i momenti preferiti da Boko Haram per attaccare. Ne siamo pienamente consapevoli, e ci stiamo dando da fare in tutti i modi per prendere le misure di sicurezza più adeguate. Sappiamo che i terroristi in passato hanno attaccato anche obiettivi difesi dalla polizia, un fatto preoccupante e in grado di generare timore. Speriamo che tutto vada per il meglio, noi andremo avanti con le nostre celebrazioni. I cristiani nigeriani hanno paura, sono consapevoli del fatto che può accadere qualsiasi cosa, ma non si arrendono perché sono certi del fatto che il Signore ci protegge.



Per quale motivo i cristiani nigeriani sono disposti anche a rischiare la loro vita pur di partecipare all’Eucarestia?

I nigeriani sono un popolo profondamente religioso, siano essi cristiani, islamici o animisti. Di fronte alle sfide più gravi che si trova ad affrontare il nostro Paese, le persone si rivolgono a Dio chiedendogli di essere illuminate. E’ questo il motivo per cui si vedono le persone raccogliersi nelle chiese o negli altri luoghi di culto, per domandare a Dio la saggezza necessaria per affrontare le difficoltà. Per questo noi nigeriani parteciperemo alle celebrazioni liturgiche e alle altre attività religiose anche in una fase drammatica di ripetuti attentati terroristici come quelli attuali.



Non siete spaventati?

Gli attentati non bastano a spaventarci e a dissuaderci dall’adorare Dio. Tutti i cristiani si recheranno nelle chiese in occasione di questa Pasqua 2013, nonostante il rischio di nuovi attentati. Le persone vengono in chiesa anche perché vi trovano un’atmosfera di speranza e di solidarietà, e quindi maggiori sono le difficoltà che si trovano ad affrontare più sentono il desiderio di partecipare alle celebrazioni della Settimana Santa.

 

Qual è il messaggio della Pasqua per la vita quotidiana dei cristiani nigeriani?

E’ un messaggio di speranza, che invita la gente a non disperare in quanto la disperazione è la più grande arma del Demonio. E’ quindi un’esortazione a vivere e ad attendere con speranza, nonostante le difficoltà del momento. I nigeriani del resto sono un popolo molto forte e la situazione che si è creata non basta a spezzarne il coraggio. Per questo sono certo del fatto che supereremo le difficoltà legate ai terribili attacchi di Boko Haram.

 

Il Papa ha invitato “a uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell’esistenza a portare Cristo”. Qual è il senso di questo invito per i cristiani nigeriani?

Il compito di portare Cristo è proprio di ogni cristiano e della Chiesa nel suo complesso. Per sottolineare questo fatto abbiamo realizzato una mappa molto importante di tutte le persone, migliaia e migliaia, che organizzano ritrovi ispirati alla tradizione africana e altre meravigliose celebrazioni.

 

Per quale motivo avete scelto di valorizzare queste tradizioni?

Il Cristianesimo non esclude nulla di quanto appartiene alla dimensione sociale, in quanto trova il suo modello in Gesù che è salito sulla croce con le braccia aperte, abbracciando così tutti senza distinzioni di razza, etnia o situazione geografica. Quello del Cristianesimo è dunque un messaggio di unità, che si rivolge all’intera umanità.

 

Quali sono le conseguenze di questo dato di fatto?

Non abbiamo barriere né ostacoli, tutte le persone create da Dio devono essere rispettate. Cristiani, musulmani e animisti sono tutti creature di Dio, e ciò nello spirito del Cristianesimo è vero persino per chi ci attacca e ci uccide nelle chiese. E’ questo il cuore del messaggio cristiano, continuare a fare il bene anche in cambio del male.

 

(Pietro Vernizzi)

(Foto: catholicnewsagency.com)