La sigaretta elettronica sempre nell’occhio del mirino. Dopo il recente caso accaduto in Italia di una sigaretta elettronica esplosa in volto a un fumatore, adesso è la Francia a esaminare gli eventuali rischi alla salute del congegno elettronico, e per motivi più seri di una possibile esplosione (il che è comunque cosa già abbastanza grave). Esiste già a un precedente in Francia al proposito: nel 2011 infatti quando l’oggetto cominciò a essere messo in commercio, l’agenzia di sicurezza sanitaria aveva esplicitamente raccomandato di non farne uso, perché contenente dosi variabili di nicotina e non era possibile stabilire se potesse provocare rischi alla salute. Invece, nel giro di circa due anni sarebbero diventate circa 500mila le persone che ne fanno uso come tentativo di smettere di fumare le normali sigarette al tabacco o come sostitutivo. “È possibile considerarlo un prodotto di grande consumo? Si tratta di un dispositivo medico? Quali sono le sue caratteristiche?” ha chiesto esplicitamente il ministro della sanità francese ordinando ai suoi esperti di fare una precisa indagine in merito. La sigaretta elettronica è stata inventata in Cina, come tanti altri dispositivi analoghi che giornalmente invadono i mercati occidentali. E se l’Unione europea non ha ancora deciso regole precise sul suo utilizzo paesi come Brasile, Singapore e Israele hanno invece deciso di metterai fuorilegge. Al momento in Francia ne è vietata a vendita nelle farmacie in quanto non viene considerata un farmaco. Secondo i produttori dell’oggetto, la sigaretta elettronica conterrebbe una soluzione di acqua, glicole propilenico, glicerolo, nicotina in quantità variabile o anche assente e aromi alimentari. E’ dotata di una batteria ricaricabile. Il costo, in Italia, è molto alto: può variare infatti dai 50 fino ai 100 euro a modello.