A metà marzo la Corte di giustizia europea aveva duramente criticato le rigide leggi spagnole, relative alla riappropriazione degli immobili, che avevano portato ad oltre 400mila sfratti dall’inizio della crisi economica. In particolare, la sentenza dell’Alta corte europea attaccava la legge spagnola che permette l’esproprio della casa e lo sfratto immediato nel caso in cui un cittadino non riesca più a pagare il mutuo sottoscritto con un istituto di credito, senza attendere la verifica di eventuali irregolarità commesse dalle parti. “La normativa spagnola che impedisce al giudice di dichiarare illecita una clausola in un contratto di prestito ipotecario e quindi di sospendere il procedimento di sfratto avviato, è contraria al diritto dell’Unione”, scriveva in un comunicato la Corte europea di giustizia. Oggi, invece, il governo regionale dell’Andalusia ha deciso di sequestrare gli alloggi appartenenti alle banche nel caso in cui le famiglie che li abitano si dovessero trovare “in situazione di rischio di sfratto”. Il provvedimento, stabilito dalla coalizione composta dal Partito socialista e la Sinistra unita, entrerà in vigore il prossimo 11 aprile e avrà la durata di 3 anni.