Non ci sta Henrique Capriles a riconoscere la vittoria per un pelo del delfino di Chavez, l’ex vice presidente Nicolàs Maduro, che ieri alle elezioni presidenziali avrebbe ottenuto il 50,66% dei voti. Come si sa, si è dovuto rivotare per la carica di presidente del Venezuela dopo l’improvvisa scomparsa circa un mese fa di Hugo Chavez, che era appena stato rieletto a ottobre nella carica di presidente. Una vittoria per una manciata di voti quella di Maduro che il suo concorrente Capriles non ha voluto riconoscere: chiede infatti il riconteggio scheda per scheda. Se anche la vittoria di Maduro venisse riconosciuta ufficialmente, si tratterebbe di una vittoria ai minimi termini che lascia il quadro di un Venezuela spaccato esattamente in due. Maduro infatti avrebbe ottenuto 7.505.000 voti contro i 7.270.000 voti di Capriles. Rispetto alle elezioni dello scorso ottobre il partito di Chavez ha perso circa 700mila voti. Una spaccatura a metà che rende difficilissima la convivenza politica in quanto il partito del presidente scomparso difficilmente con un così stretto margine di vantaggio potrà continuare nella sua cosiddetta “rivoluzione socialista” e nel controllo di tutte le attività economiche e pubbliche come fatto fino a ora per di più in un quadro di profonda crisi economica. All’interno del partito boliviano poi si parla già di resa dei conti per Maduro. 



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