Si è conclusa con una imponente caccia all’uomo la vicenda dell’attentato alla maratona di Boston. Una caccia all’uomo durata circa 24 ore per le strade di Boston e di una città vicina che ha portato all’uccisione di uno dei due attentatori e all’arresto seppur ferito dell’altro. Si tratta di due giovanissimi fratelli di origine cecena e di religione islamica. Si pensa, ma è tutto da appurare, che i due abbiano agito di propria iniziativa, una cellula delle tante simile a quella che portò a termine gli attentati a Londra, giovani imbevuti di ideologia fondamentalista. Il presidente degli Stati Uniti invita però a non abbassare la guardia perché è ancora da appurare se i due abbiano avuto eventuali complici o appartengano a una organizzazione più ampia. I cittadini di Boston hanno comunque festeggiato la fine dell’incubo e la giustizia fatta, scendendo per strada ad acclamare i poliziotti che portavano via il superstite. La fine dell’incubo la si deve alle immagini fotografiche e video catturate dalle telecamere sulla zona dell’attentato: si arriva così a scoprire l’identità dei due fratelli Dzhokar e Tamerlan Tsarnaev. Il primo dei due lo si vede addirittura dietro al bambino di 8 anni che morirà nell’esplosione. Dopo l’attentato i due tentano la fuga prima rapinando un negozio poi entrando nel campus del Mit dove uccidono una guardia privata: sono due belve ferite che si lasciano dietro una scia di morte. Dopo aver rubato un’auto finiscono contro un posto di blocco della polizia: ormai si è capito che sono loro i due attentatori. A Waterfront a pochi chilometri da Boston vengono intercettati: nel conflitto a fuoco che ne segue muore Dzhokar. L’altro fratello riesce a fuggire. Nella cittadina così come a Boston viene dato l’ordine di rimanere chiusi in casa: comincia la caccia all’uomo, vengono perquisite dozzine di abitazioni. Alla fine un cittadino segnala che da una barca abbandonata in un giardino a Waterfront esce del sangue: arriva la polizia. Dentro c’è il superstite e dopo uno scontro a fuoco viene catturato. Il commento di Obama: “Abbiamo vinto perché non ci siamo fatti terrorizzare. E’ stato chiuso un capitolo di questa tragedia, ma mancano ancora tante risposte per una violenza così. Perché due fratelli che sono cresciuti qui possono essersi rivoltati contro il nostro Paese? E ancora, hanno agito da soli? Lo scopriremo”.