E’ già stato definito storico, il trattato che è stato firmato ieri dalle Nazioni Unite sul controllo delle armi cosiddette convenzionali. Si tratta di un tentativo di fermare la circolazione e lo smercio di armi a livello internazionale. A ispirare infatti il trattato è il caso della guerra civile in Siria dove le lobby di produttori di armi fanno grossi affari così come in tanti altri paesi del mondo dove ci sono situazioni di guerra. I firmatari si impegnano infatti a cercare di impedire che le armi prodotte in un singolo paese possano poi finire sul mercato nero. Non è un caso che proprio Russia e Siria si siano astenute dal voto. La motivazione della loro astensione è che il trattato non impedirebbe alle armi di arrivare a ribelli, entità definite non statali. Nel caso specifico della Siria, coloro che cercano di abbattere il regime di Assad. Sta di fatto che chi ha firmato il trattato si impegna a non esportare armi convenzionali in violazione di embarghi o di commerciare in armi che vengono utilizzate per commettere genocidi, crimini contro l’umanità e atti di terrorismo. E’ stato firmato da 154 paesi. Lo scorso anno si era fatto un analogo tentativo, ma il trattato era stato bocciato per l’opposizione di Stati Uniti, Russia e Cina. Quest’anno si sono opposti Iran, Siria, Russia e Corea del nord. Negli Stati Uniti invece già divampano le polemiche alimentate dalla lobby dei produttori di armi, la National Rifle Association che teme un danno ai propri affari economici. 



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