Haytham al-Masshal, un miliziano islamico, è stato ucciso da un attacco mirato di Israele. Un’esecuzione che Tel Aviv considera un successo, trattandosi di una «figura chiave del terrorismo», come lo ha definito il portavoce militare. Al-Masshal era coinvolto nell’attentato del 17 aprile contro la città di Eilat e rivendicato dal “Consiglio della Shura dei Mujaheddin”. Dal Sinai erano stati lanciati due razzi Grad che avevano colpito una zona aperta e un sito in costruzione senza, pare, uccidere nessuno ne provocare feriti. Al-Masshal era esperto di esplosivi ed era un convinto sostenitore dello Jihad mondiale. E’ stato ucciso mentre si trovava a bordo di una bicicletta, nella Striscia di Gaza, nei pressi di un campo di addestramento militare di Hamas, l’associazione para-militare terroristica estremamente radicata tra i palestinesi grazie ai suoi programmi di assistenza sociale ed educativi. Benyamin Netanyahu, il premier israeliano, parlando del blitz ha fatto sapere che Israele non tollererà «alcuno stillicidio di attacchi: né da Gaza, né dal Sina. Oggi abbiamo colpito una persona coinvolta nel criminale lancio di razzi verso Eilat. Dissi allora che non saremmo rimasti con le braccia conserte. Siamo determinati a difendere i nostri cittadini, e agiamo in tal senso».