Dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale delle quattro misure di austerity inserite nella manovra finanziaria 2013 portoghese (taglio della quattordicesima mensilità per i dipendenti pubblici, riduzione delle pensioni nel pubblico impiego, tagli ai sussidi di disoccupazione, riduzione dei congedi per malattia), il primo ministro portoghese, Pedro Passos Coelho, ha annunciato che il Paese sarà costretto ad effettuare drastici tagli alla spesa pubblica. Intervenuto in un discorso televisivo alla nazione, Passos Coelho ha fatto sapere che, pur non essendo necessario aumentare le imposte, bisognerà contenere la spesa pubblica in settori come la sicurezza sociale, la sanità e l’educazione. Il premier ha poi assicurato che “il governo rispetterà tutti gli obiettivi del programma di aiuti e riafferma il rispetto di tutti gli impegni interni e internazionali presi dallo Stato portoghese”. Subito dopo ecco arrivare l’appoggio della Corte europea che, attraverso un comunicato, fa sapere di aver accolto positivamente la notizia che, in seguito alla bocciatura della Corte, il governo portoghese abbia confermato “il suo impegno per il programma di adeguamento, compresi i suoi obiettivi di bilancio e il calendario”. Secondo l’esecutivo comunitario, infatti, “qualsiasi deviazione dagli obiettivi del programma, o la loro rinegoziazione, neutralizzerebbe gli sforzi già compiuti e i vantaggi ottenuti dai cittadini portoghesi”. La Commissione europea, quindi, con la promessa di un lavoro “costruttivo con le autorità portoghesi entro i parametri concordati per alleviare le conseguenze sociali della crisi”, sottolinea che le istituzioni politiche chiave del Portogallo dovranno essere “unite nel sostegno” a queste misure.