Chissà se in Italia qualcuno a qualcuno potrebbe passare per la testa di seguire l’esempio: negli Stati Uniti, alcuni laureati disoccupati hanno deciso di denunciare gli atenei dove hanno studiato. Non si tratta di iniziative bizzarre o solitarie, ma di una vera e propria class action, ovvero di un’azione legale collettiva, lanciata dagli avvocati Jesse Strauss e David Anziska a cui hanno aderito decine di studenti ed ex studenti. Le tesi dei due legali è che gli atenei hanno violato le norme a difesa dei consumatori diffondendo dati fasulli a proposito dei neolaureati che trovano lavoro al termine del percorso accademico. Secondo buona parte degli studi pubblicati dalle università, addirittura il 90% troverebbe lavoro nel proprio settore a solo un anno dal diploma. Secondo le statistiche, invece, la percentuale ammonta a molto meno, a solo il 55%. Va bene che c’è la crisi, ma tutto ciò per gli studenti americani non è accettabile: gli studi costano tantissimo, decine e decine di migliaia di dollari e, per pagarseli, accedono spesso a debiti d’onore. Si tratta di soldi che, al termine della laurea, dovranno essere restituiti all’Ateneo. Per il momento, in California, i giudici hanno deciso di accettare i ricorsi contro altrettante università.