Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad rischia una pena corporale di 74 frustrate per aver violato la legge elettorale. A lanciare l’accusa, dopo la chiusura dei termini per la registrazione dei candidati alle prossime elezioni presidenziali iraniane, è stato il portavoce del Consiglio dei Guardiani, incaricato di vagliare tutte le candidature (per le elezioni presidenziali del 14 giugno si sono presentati in 686): Ahmadinejad, infatti, avrebbe accompagnato il suo braccio destro, Esfandiar Rahim Mashaei, a registrarsi. Azione vietata in Iran, visto che in questo modo il presidente ha palesemente violato i canoni di imparzialità che gli vietano di sfruttare il suo ruolo per favorire la corsa di un particolare candidato. La pena prevista per una violazione del genere è, appunto, di 74 frustate. “Il presidente non ha violato le regole – si è affrettato a chiarire il portavoce del governo, Gholam-Hossein Elham  – Ha partecipato alla registrazione dei candidati come privato cittadino e non come leader del Paese”. Infatti, ha aggiunto Elham, la campagna elettorale inizierà solamente dopo che il Consiglio dei Guardiani pubblicherà la lista definitiva dei candidati ritenuti idonei, come previsto dalla legge iraniana. Per questo motivo, conclude il portavoce del governo, il comportamento di Ahmadinejad è assolutamente regolare. La lista con i nomi dei candidati che potranno iniziare la campagna elettorale verrà resa nota il prossimo 23 maggio.



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