Il presidente siriano Bashar al Assad ha rilasciato una intervista al Clarin in cui spiega la sua versione dei fatti. Respinge l’accusa di uso di armi chimiche, sostiene che la guerra civile è alimentata dai terroristi e sostenuta da forze straniere, rivendica l’iniziativa di un processo di riforme osteggiato da forze esterne, accusa l’occidente di voler rovesciare lo stato e il presidente eletto. “Il punto fondamentale che una conferenza internazionale dovrà affrontare riguarda l’interruzione del flusso di denaro e di armi verso la Siria e dell’arrivo di terroristi dalla Turchia, finanziati dal Qatar e da altri Stati del golfo come l’Arabia Saudita” ha dichiarato Assad al giornalista Marcelo Cantelmi. Ilsussidiario.net ha chiesto un commento al generale Carlo Jean, secondo il quale in Siria si combatte da tempo “una guerra per procura tra Iran, Iraq e lealisti siriani e Arabia Saudita, Qatar, Egitto e Turchia dall’altra”. Scopo di questa guerra, spiega, è fermare l’avanzata della cosiddetta “mezzaluna sciita che dall’Iran arriva attraverso Iraq e Siria fino al Libano degli Hezbollah”. Per Jean, non sembra ci siano situazioni diplomatiche in grado di fermarla: “Il massacro in atto continuerà fino a quando la situazione si modificherà sul terreno in un vantaggio per una parte o per l’altra”. 



Il Presidente Assad nella sua intervista ha detto che dietro a quello che lui definisce terrorismo ci sono i soldi e le armi della Turchia e di diversi Stati del golfo come la stessa Arabia Saudita.
La Siria, data la sua posizione centrale di crocevia di tutte le vie del Medio oriente, è anche una zona dove si svolge una guerra per procura tra sciiti e sunniti. Questo perché la Siria è alleata dell’Iran, mentre i sunniti sono guidati dall’Arabia Saudita ma anche da Qatar, Turchia ed Egitto, in pratica tutta la Lega araba. Questi cercano di eliminare l’influenza sciita in Siria e quindi spezzare la cosiddetta mezzaluna sciita di Teheran che tramite l’Iraq arriva alla Siria e dalla Siria agli hezbollah in Libano.



E’ dunque davvero una guerra internazionale quella che si sta svolgendo in Siria, in questo senso ha ragione Assad?
Sicuramente in Siria ci sono oggi delle guerre sovrapposte. Una tra i sunniti, che sono il 60% della popolazione, e gli alawiti che monopolizzano il potere. Poi c’è una guerra regionale che interessa l’Iran e il fronte sunnita capeggiato dall’Arabia Saudita ma anche dal Qatar con i suoi soldi. In ultimo, data l’importanza strategica, tanto che la crisi siriana potrebbe contagiare il Libano e la Giordania e anche destabilizzare l’Iraq in cui c’è uno scontro sempre duro tra sunniti e sciiti, diventa una questione di carattere internazionale.



Non dimentichiamo gli interessi russi in Siria: giusto?

Infatti, è anche una guerra che coinvolge tra loro Siria, Russia e Stati Uniti. Teniamo conto che a Tarkus nella zona alawita c’è l’unica base navale russa del Mediterraneo. La Russia continua a fornire armi e sostegno ad Assad insieme all’Iran e insieme al governo iracheno, che lascia transitare armi per i governativi. Poi ci sono anche gli hezbollah, nel ruolo di testa di ponte degli sciiti sul Mediterraneo, che contrabbandano armi e denaro dal Libano alle forze siriane governative. 

A proposito di hezbollah: i recenti attacchi israeliani in territorio siriano sono stati definiti da Damasco una dichiarazione di guerra. Significa che il conflitto si può estendere anche a Israele?
Israele deve sopravvivere. Bisogna vedere che tipo di armi stavano arrivando dalla Siria, se erano o cioè missili a media gettata cioè capaci di colpire sui 250 chilometri e quindi colpire Tel Aviv e Gerusalemme, oppure armi chimiche. In tutti e due i casi l’attacco di Israele è giustificato. Nessuno aspetta di diventare bersaglio di armi chimiche per intervenire, quando può intervenire prima. 

In passato Israele aveva fatto qualcosa di analogo in territorio siriano? 
Israele ha bombardato la Siria in occasioni precedenti lo scoppio della guerra civile. E’ successo ai danni di un impianto nucleare fornito in parti uguali da Iran e Corea del Nord. Di fatto la famiglia Assad è stata un alleato oggettivo da Israele: dal 67 ad oggi ha mantenuto la tranquillità sul confine settentrionale, considerando che Israele occupava le colline del Golan di proprietà siriana. 

Nella sua intervista Assad si dice favorevole a una conferenza tra Russia e Stati Uniti, ma dubbioso che i paesi occidentali siano davvero interessati a risolvere la situazione siriana. 
L’idea di una conferenza internazionale è stata una presa in giro dei russi a danno degli americani, che non sanno come tirarsi fuori dopo essere intervenuti in Libia e propagandato gli interventi umanitari in Siria. Sono indecisi e riluttanti. Il segretario di stato Kerry è andato a Mosca dove con il suo collega russo hanno deciso questa conferenza, ma due giorni dopo la dichiarazione ufficiale la Russia ha inviato armi piuttosto sofisticate alla Siria e sta schierando una vera flotta nel mediterraneo orientale in corrispondenza delle coste siriane. 

E l’Onu? Sembra impotente, latitante. 
L’Onu è una barzelletta. In linea di principio condanna le violenze mentre l’inviato speciale, ex ministro algerino degli Esteri, ha accolto il principio che a una conferenza di negoziato per fare una tregua debba partecipare anche Assad. Ma l’opposizione non lo vuole. Inghilterra, Stati Uniti e Francia sostengono l’opposizione. Iran e Iraq invece sostengono Assad. Di conseguenza siamo allo stallo completo della diplomazia. Continuerà il massacro fino a quando la situazione si modifichi sul terreno. La diplomazia non ha le armi per giungere a condizioni di cessate il fuoco.