Morte e distruzione a Oklahoma City, nella parte meridionale degli Stati Uniti, dove un gigantesco tornado di oltre tre chilometri di circonferenza si è abbattuto sulla città per circa 40 minuti. Il bilancio provvisorio è drammatico: le vittime accertate sono 91, di cui 20 sono bambini, ma il numero dei morti sembra destinato ad aumentare. La tempesta, con venti fino a 300 chilometri orari, ha toccato terra alle 14.56 ora locale e ha effettuato un percorso di circa 32 chilometri, dalla località di Newcastle fino a quella di Moore. Chi ha assistito al disastro ha parlato di scenari “apocalittici” e le immagini riprese dalle emittenti locali mostrano interi quartieri rasi al suolo, tra cui una scuola elementare e un ospedale, immediatamente evacuato. I soccorritori continuano a scavare tra le macerie alla ricerca di superstiti, in particolare nel quartiere di Moore, comunità di circa 50mila persone a una quindicina di chilometri a sud della città. Come ha fatto sapere il dottor Roxie Albrecht alla Cnn, al momento ci sono 45 bambini ricoverati presso il reparto pediatrico dell’OU Medical Center di Oklahoma City, mentre in totale sono almeno 145 i feriti ricoverati in tutte le altre strutture ospedaliere della zona. L’allarme tornado, lanciato dal National Weather Service, il servizio meteorologico nazionale, è stato diramato solamente 16 minuti prima che iniziasse il dramma, quindi molte persone non hanno avuto il tempo di mettersi al riparo. “Le nostre peggiori paure sono diventate realtà”, hanno detto gli esperti. Intanto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dichiarato lo stato di calamità per l’Oklahoma e ha garantito che verranno sbloccati gli aiuti federali per le zone maggiormente colpite dal tornado.