A quattro mesi dal voto del 22 settembre, i principali partiti tedeschi guardano con una certa apprensione al partito anti-euro Alternative für Deutschland (AfD), nato meno di tre mesi fa e adesso impegnato come gli altri nella campagna elettorale da poco iniziata. Recenti sondaggi, come quello Politbarometer effettuato dalla seconda rete televisiva pubblica Zdf, lo danno al momento intorno al 3% ma da qui a settembre le cose potrebbero cambiare. Alexander Graf Lambsdorff, membro della direzione nazionale del partito liberale Fdp, ha però già previsto un clamoroso flop per Adf: “Non riusciranno a superare lo sbarramento del 5%. Partiti di protesta come Alternative für Deutschland hanno già provato a entrare in parlamento ma non ci sono riusciti“, ha detto. Bisognerà vedere come reagiranno i cittadini tedeschi alle proposte avanzate dal neo partito, a cominciare da “un’ uscita ordinata della Germania dall’euro” e la modifica dei trattati europei con l’obiettivo di abbandonare definitivamente la moneta unica. Intervistato dal quotidiano svizzero “Neue Zürcher Zeitung”, il leader di Adf Bernd Lucke ha chiarito che “la nostra proposta è che i paesi del sud Europa escano dall’Euro e che l’Euro rimanga solo per i paesi del Centro. Tale separazione dovrebbe avvenire gradualmente nel corso dei prossimi anni”. In un’altra intervista al domenicale della Frankfurter Allgemeine, Lucke ha invece spiegato che  “non è la Germania che deve lasciare l’euro, ma i paesi del sud Europa, così potranno svalutare le monete nazionali e tornare ad essere competitivi”. “Nei paesi del sud gli stipendi sono troppo alti rispetto alla produttività del lavoro e le imprese fanno fatica ad esportare”, ha aggiunto. Nella Cdu di Angela Merkel la preoccupazione è comunque evidente: “Non possiamo immaginare che nessuno parlerà dell’AfD se evitiamo di parlarne noi. Il risultato potrebbe esserci fatale”, ha dichiarato il deputato vWolfgang Bosbach. “Dobbiamo rispondere alle critiche con argomenti solidi”.



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