Sono Finlandia, Svezia e Norvegia i Paesi in cui lo stato di salute della madre, il livello di istruzione, le condizioni economiche, politiche e sociali garantiscono il benessere alle mamme e ai loro figli. E’ quanto emerge dal 14esimo Rapporto di Save the Children sullo Stato delle Madri nel Mondo, secondo cui in fondo alla classifica si collocano dieci paesi dell’Africa sub-sahariana, con la Repubblica Democratica del Congo in ultima posizione. Sono questi i Paesi ad aver ottenuto i punteggi più scarsi per ognuno dei 5 indicatori su cui si è basato il rapporto, vale a dire salute materna e rischio di morte per parto, benessere dei bambini e tasso di mortalità entro i 5 anni, grado di istruzione, condizioni economiche e Pil procapite, partecipazione politica delle donne al governo. L’Italia, invece, si trova al momento al 17esimo posto. Secondo i dati stilati da Save the Children, le condizioni di salute delle mamme e dei bambini raggiungono livelli alti, come abbastanza alto è il livello di istruzione delle donne, pari a 16 anni di formazione scolastica. “Benché la scarsa percentuale media di partecipazione politica delle donne fotografata dal Rapporto (20,6%) abbia subito un deciso incremento in occasione delle ultime elezioni (con il 28,6% al Senato e 31,3% alla Camera)”, si legge ancora, “siamo ancora distanti perfino da paesi come l’Angola (38%), l’Afganistan (27%) e il Mozambico (39%)”. Da sottolineare invece il trentesimo posto occupato nella classifica generale dagli Stati Uniti per lo stato di benessere delle mamme e dei loro figli. “Tra i paesi industrializzati – recita il rapporto – gli Stati Uniti addirittura guidano la triste classifica per mortalità dei neonati: ogni anno più di 11.000 bambini americani muoiono durante il loro primo giorno di vita”. Proprio riguardo al Congo, invece, cioè il Paese che occupa l’ultimo posto in questa classifica, tornano alla memoria le recenti polemiche legate alla nomina del ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge, e le frasi razziste pronunciate nei suoi confronti. Erminio Boso, ex senatore e deputato della Lega Nord, aveva candidamente ammesso durante “La Zanzara” su Radio 24: “Sono razzista, non l’ho mai negato. Il ministro Kyenge deve stare a casa sua, in Congo. Ve la tenete voi, il ministro italiano di colore. Dovrebbe tornare in Congo. Non me ne frega niente se fa il medico, il Congo ha bisogno di medici. Torni lì a farlo”. E ancora: “Kyenge dovrebbe dirci come è arrivata in Italia. Ce lo spieghi la signora. Per conto mio c’è stato il solito gioco della Caritas. Sarà entrata illegalmente, per quello che mi riguarda. Non mi sento rappresentato da questo ministro che dopo due giorni va a trovare i delinquenti congolesi e non le vittime”.