Un ragazzo di soli 16 anni di Cobham, cittadina della contea del Kent, in Inghilterra, si è tolto la vita. Pare che non sia riuscito a sopportare il peso di un’accusa giudicata, per lui, decisamente troppo infamante. Il ragazzo, Charlie Booth, era stato denunciato da una ragazza che avrebbe ricevuto da lui dei messaggi un po’ troppo hot. La polizia si era presentata in casa sua per chiedergli spiegazioni in merito alla vicenda. Lui, che era stato messo in castigo dalla madre, la quale gli aveva tolto il cellulare, ad un certo punto è andato in camera sua. Poi, ha preso la pistola che gli era stata regalata per il suo compleanno. E si è sparato un proiettile in testa. I genitori hanno avvertito immediatamente il forte rombo dell’esplosione. Il padre ha raccontato in seguito che era un ragazzo responsabile, e che sapeva perfettamente come maneggiare un’arma. Chi lo conosceva lo ha descritto come una persona studiosa, cordiale, ben voluta da tutti e senza nessun evidente problema di natura psichica. Frequentava, inoltre, la scuola privata più esclusiva di tutta la contea. Oltre al gesto suicida, la gente non riesce a spiegarsi perché avrebbe dovuto mandare dei messaggi di quel tipo.