Nuovo giro di vite nella libertà di comunicazione nell’Arabia Saudita. Dopo aver sospeso l’utilizzo di Viber, adesso si aggiunge anche la sospensione di Skype e WhatsApp. La decisione, presa dalla Citc che corrisponde alla nostra autorità per le garanzie delle comunicazioni, è stata spiegata come necessaria per garantire la sicurezza nazionale. In realtà, come hanno già fatto notare in molti, si tratta di un modo di limitare la libertà di espressione in un paese dove vige una monarchia assoluta che lascia ben poche libertà ai cittadini. Dunque dalle prossime settimane i cittadini arabi non potranno più disporre sui loro cellulari e sui loro pc di Skype e WhatsApp, due sistemi usatissimi in tutto il mondo per comunicare liberamente. Unico passo in avanti da parte del Citc è stato quello di chiedere a Skype e WhatsApp, in cambio di lasciarli in funzione, che essi utilizzino server locali. In questo modo ovviamente le autorità saudite potranno però controllare tutti i contenuti dei messaggi privati. Dunque: o censura o stop totale. Il tutto a partire dal 9 luglio quando scatterà il mese sacro dei musulmani, il Ramadan.