In Cina, un uomo è stato condannato a morte e fucilato per aver stuprato 11 ragazzine. L’uomo, di nome Li Xiongong, era un funzionario governativo. Era stato, inoltre, vice segretario generale del comitato cittadino del partito comunista di Yongcheng, cittadina situata nella provincia centrale dell’Henan. Si era macchiato dell’orribile delitto a partire dalla seconda metà del 2011. Era stato arrestato nel maggio dell’anno scorso, e aveva cercato di ricorrere in appello dopo esser stato condannato in primo grado. Il tribunale, tuttavia, aveva rigettato la richiesta. A stabilire la legittimità e ad approvare la pena capitale è stata la Corte Suprema del Popolo, tribunale continentale di massimo grado, cui è attribuita la facoltà di deliberare in ultima istanza nei casi in cui venga comminata la pena di morte. Il medesimo tribunale aveva fatto sapere, il mese scorso, che le condanne per crimini contro i minorenni sarebbero state inasprite. Il provvedimento era stata giustificato con l’intenzione di manifestare tolleranza zero nei confronti di questo genere di reati, e di tutelare i bambini. Resta il fatto che, in Cina, a quanto riporta Amnesty International, nel 2012 sono state condannata a morte più persone che il resto del mondo intero assieme.