Pochi ne parlano anche sui maggiori media, ma in Africa si vive da tempo un altro dei tanti drammi di questo continente. Lo scorso marzo un colpo di stato organizzato dai ribelli della Séléka ha deposto il presidente della Repubblica del Centro Africa, con l’accusa di crimini contro l’umanità. Il colpo di stato, invece di risolvere la situazione, ha solo dato via a una cruenta guerra civile con saccheggi, uccisioni, distruzioni di villaggi da parte di bande armate in cui a subire le violenze sono soprattutto donne, anziani e bambini. Sensibili al dramma, alcune organizzazioni religiose e non lo scorso 19 giugno hanno tenuto un incontro a Treviso per sensibilizzare su questa situazione drammatica. Dall’incontro è scaturita l’idea di lanciare un appello, rivolto all’attenzione del Ministero degli Esteri e alla Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo, per sollecitare un intervento diplomatico della comunità internazionale. E’ possibile firmare l’appello entro domani primo luglio: gli organizzatori chiedono il massimo della visibilità perché si arrivi davvero ad aiutare la popolazione del paese africano, chiedendo non solo ai singoli privati cittadini di firmare, ma anche ad associazioni, enti pubblici, diocesi, congregazioni religiose, fondazioni. Maggiori informazioni sono anche disponibili sugli articoli pubblicati sulla Home Page del sito della Missione di Maigaro, Bouar, Repubblica Centrafricana: www.missionemaigaro.org. Nella pagina seguente il testo dell’appello da firmare e inviare.
All’on. Emma Bonino
Ministro degli Affari Esteri
All’on. Lapo Pistelli
Sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione internazionale
Al Sen. Pier Ferdinando Casini Presidente della Commissione Esteri del Senato della Repubblica
All’on. Fabrizio Cicchitto Presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati. Loro sedi – Roma
Mercoledì 19 giugno 2013, a Treviso, si è tenuto un incontro di sensibilizzazione e denuncia sul conflitto in corso da mesi nella Repubblica Centrafricana.
Il 24 marzo 2013 i ribelli della Séléka hanno occupato la capitale Bangui e cacciato il presidente Bozizé accusandolo di corruzione e crimini contro l’umanità. Questo atto è stato solo l’epilogo di uno stillicidio di combattimenti cruenti, e di scontri più o meno devastanti, che dall’autunno del 2012 hanno sconvolto il Paese.
In seguito a ciò il Paese, anziché stabilizzarsi, è caduto in preda a distruzioni, saccheggi, uccisioni da parte di bande armate incontrollate, indicibili violenze su donne, anziani e bambini.
Attendibili fonti internazionali riferiscono inoltre il reclutamento e l’impiego di molti minori da parte di diversi gruppi armati.
Al degenerare della già fragile situazione è probabile abbiano contribuito interessi sia politici sia economici sia geo-strategici; il Centrafrica risulta infatti essere una zona ricca in diamanti, uranio, foreste e terre coltivabili a monocoltura intensiva.
I partecipanti all’incontro di Treviso, impegnati da anni sullo scenario umanitario del Centrafrica, senza distinzioni di fede religiosa o politica hanno denunciato le sanguinose violenze della nuova guerra che sta dilaniando il già poverissimo Paese e che sta mietendo centinaia di morti fra i civili inermi. Gli stessi soggetti, firmatari del presente appello, ritengono perciò necessario sollecitare il Governo Italiano e per tramite suo le Autorità Internazionali affinché diano corso ad una urgente, forte e sistematica azione diplomatica nei confronti della crisi centrafricana.
Anche sulla base della nostra diretta esperienza sul campo, riteniamo infatti che sia indispensabile esercitare subito un’idonea pressione diplomatica su tutti i soggetti coinvolti nella crisi affinchè vengano salvaguardati i diritti e soddisfatti i bisogni fondamentali (sanità, alimentazione, istruzione) della popolazione centrafricana, principale e innocente vittima dell’attuale situazione.
Un tale intervento sistematico, con la positiva soluzione che esso può favorire, è fondamentale non soltanto per dare immediato sollievo alle popolazioni ma anche per consentire la prosecuzione del prolungato intervento umanitario che da anni numerose associazioni italiane e internazionali attuano nella Repubblica Centrafricana.