Eugenio e Anna sono marito e moglie e vivono a Napoli. Oggi sono una famiglia felice di sei persone. Da anni hanno desiderato avere dei figli. Non riuscendoci biologicamente hanno scelto l’adozione internazionale con Avsi. Un percorso durato tre anni. Alla fine, ne hanno adottati quattro di bambini! Tutte femmine. Sorelline brasiliane che non potevano separarsi; nate nel 2006, 2007, 2008 e, l’ultima, nel 2010. Una storia coraggiosa, raccontata in prima persona da papà Eugenio che, ancora prima di conoscerle, ne sentiva la mancanza.
“Eccomi qui a raccontare della mia esperienza adottiva a due cari amici che hanno permesso questo, Mario e Isabella, all’Avsi e a quanti leggeranno queste righe. Il desiderio di adottare non è nato tre anni fa, quando mia moglie ed io abbiamo deciso di percorrere questa strada, ma molto tempo prima. A vent’anni può capitare di interrogarsi su un mucchio di cose e, una di queste era proprio se in futuro avrei mai deciso di avere figli naturali o adottati. Ovviamente per me non c’era neanche da chiederlo: adozione! Perché mettere al mondo dei figli – mi dicevo – quando quegli stessi figli esistono già?
Dai 20 ai 33 anni di cose ne accadono un bel po’… Sposato con mia moglie ormai da qualche anno, e dopo un bel po’ di tempo che provavamo, senza successo, ad avere bambini, è naturale che venga il dubbio: qualcosa forse non va. Il resto penso sia cosa conosciuta ai più: visite, cure blande, cure più intensive insieme alle dovute ansie, preoccupazioni e dubbi. Ad un certo punto, le due possibilità: fecondazione assistita o adozione. Non vi nascondo che abbiamo considerato anche la fecondazione come strada da percorrere, ma dopo poco abbiamo capito che sarebbe stato complicato e nulla, comunque, era certo.
Per fortuna, ci siamo soltanto affacciati in questo tunnel e ci siamo detti: Oggi è un giorno che non va sprecato. Ed è stato così che ci siamo messi alla ricerca dei nostri figli. Ancora prima di ricevere l’idoneità dal tribunale dei minori, abbiamo cercato l’ente che potesse seguirci e, a dire il vero, tutti quelli cui abbiamo fatto visita ci sembravano delle ‘catene di montaggio’: entri, compili moduli, un breve colloquio di gruppo, al termine del quale lasci i tuoi dati per essere contattato. In realtà non c’era niente che non andava, ma abbiamo sentito freddezza e distacco, tutto qui.
Finalmente, approdiamo all’Avsi, dove abbiamo avuto subito l’impressione che il rapporto umano venisse prima di ogni altra cosa. Ad oggi posso dire di non essermi sbagliato. Dopo aver percorso con Avsi Napoli il dovuto iter, riceviamo notizia di una ipotesi di abbinamento, alla quale, non senza perplessità e dubbi, abbiamo dato conferma: quattro sorelline brasiliane. Emanuela, Ana Paula, Eloa e Debora, nate nel 2006, 2007, 2008 e 2010.
L’inizio di questa incredibile storia, iniziata così lo scorso aprile, anno 2012, proprio con la telefonata di mia moglie che mi diceva che ‘quattro sorelline che non possono essere divise sono in cerca di una famiglia! Cosa facciamo?’. Da quel preciso istante, mi sono reso conto di essere perdutamente e irrimediabilmente cotto di quelle bimbe. Non riuscirò mai a scordare che sin dal momento in cui abbiamo accettato l’abbinamento mi sono subito mancate. Contavo i giorni che ci separavano dal nostro incontro!
Ad oggi, posso dire che l’esperienza adottiva è prima di tutto un percorso personale e interiore. E’ la capacità di sapere sin da subito l’affetto di cui siamo capaci verso nostro figlio. E’ la capacità di ricordare quando noi eravamo bambini: cosa pensavamo, come vedevamo il mondo intorno a noi, cosa ci faceva paura e cosa ci rassicurava. E’ la certezza che nostro figlio prima di nascere a questo mondo è già nato con noi, nel nostro animo, cullato dai nostri pensieri, accarezzato come solo l’attesa sa fare!”.