L’infibulazione è una pratica barbara e disumana quanto estremamente diffusa ai quattro angoli del globo. Si tratta di un lascito delle società tribali pienamente accolto da numerosissime società islamiche al fine di sottomettere completamente la donna e affermarne l’inferiorità rispetto all’uomo. Anche in Egitto, per esempio, spesso le bambine o le giovani donne sono costrette e subire queste tortura. Una bambina di 13 anni è morta in seguito ad un intervento di mutilazione genitale avvenuto in una clinica privata di un villaggio nella regione di Daqahlia, nel delta del Nilo. E’ quanto ha riferito il quotidiano egiziano Masry el Youm. Il padre della piccola vittima ha spiegato che se avesse saputo che l’operazione avrebbe potuto risultare mortale, non avrebbe obbligato al figlia a sottoporvisi. L’uomo, Mohamed Ibrahim, ha spiegato che la sorella maggiore della 13enne aveva subito lo stesso trattamento dal medesimo medico. La madre, Hasanat Naeem Fawzy, chiedendo giustizia ha invece spiegato che, secondo i medici, sarebbe morta per un eccesso di anestetico. Sembra che il medico, a quanto ha riferito lo zio della bambina, avesse offerto l’equivalente di duemila euro in lire egiziane per convincere la famiglia a non sporgere denuncia.