Sarà un ramadan di lacrime e sangue questo per milioni di musulmani, almeno coloro che vivono tra le insanguinate regioni del medio oriente, Siria in particolare, ma anche un Egitto in paurosa crisi. Tanto per dirne una, la guerra civile siriana ha messo 7 milioni di persone nella necessità di avere aiuti alimentari. C’è anche l’effetto clima: visto che il ramadan inizia ogni anno undici giorni rispetto il calendario occidentale, siamo in piena torrida estate: alcuni governi per venire incontro ai fedeli hanno ridotto gli orari di lavoro così come il consumo di corrente. E’ comunque un periodo di festa quello che ricorda il momento in cui Dio ha rivelato a Maometto i primi versetti del Corano: strade addobbate, luminarie, e grande festa quando finalmente, dopo il tramonto del sole, si può mangiare tutti insieme. Tornando alla Siria, i responsabili del Programma alimentare mondiale fanno sapere che sono necessari circa 27 milioni di dollari al mese per sfamare la popolazione indigente. Ci sono però anche risvolti curiosi in questa pratica religiosa. La polizia di Abu Dabi ad esempio distribuirà circa 30mila pasti a coloro che si devono recare a casa dopo il lavoro: la gran fame infatti li fa andare a velocità sostenute per arrivare a consumare la cena nelle proprie abitazioni tanti che si verificano incidenti. Solerti poliziotti li sfameranno dunque mentre sono ancora al volante.