Non è la prima notizia del genere e purtroppo non sarà l’ultima, ma l’orrore che colpisce venendone a conoscenza è sempre senza fine. L’ultimo episodio del genere ha protagonista una bambina di soli 4 anni scomparsa lo scorso 8 luglio e ritrovata morta. Su di lei i segni di più di cinquanta colpi di coltello e quelli evidenti dello stupro. Pascola Carvalho, membro della Pontificia accademia per la vita ha commentato all’agenzia Asianews il fatto che, ha detto, “mostra la depravazione e la degrado della dignità della vita umana”. Dicevamo di numerosi casi analoghi: è atteso per oggi il verdetto su uno dei sei stupratori di gruppo che nelle scorse settimane si sono resi protagonisti di un episodio analogo a questo. Sono molti i motivi di carattere culturale che si nascondono dietro questa bestialità: addirittura, spiegano gli esperti, i poliziotti sono restii a registrar le denunce, perché appartenenti alla stessa società patriarcale che ancora domina in molte parti dell’India e protegge lo stupro. Un contesto, quello indiano, dove la donna ha ben pochi diritti e rispetto. Carvalho ha infatti spiegato: “Il ciclo della dominazione inizia ben prima della nascita: i feticidi e gli infanticidi femminili sono un malessere ormai noto della nostra società”.