Dal 1962 al 1964 la città di Boston visse un incubo angoscioso: undici donne violentate e poi uccise nelle loro abitazioni. Una serie di crimini che lanciò subito la leggenda nera dello strangolatore, un po’ come quella di Jack lo squartatore, il misterioso killer della Londra dell’ottocento il cui mistero non è mai stato chiarito del tutto. Così è anche per lo strangolatore di Boston, benché ci fu chi si prese la colpa degli omicidi, tale Albert DeSalvo, arrestato inizialmente per altri motivi e che poi a un compagno di cella disse di essere lui il killer, cosa che confessò poi anche alla polizia. Ma i sospetti rimasero aperti perché molte cose nelle sue dichiarazioni non combaciavano con la realtà dei fatti. DeSalvo venne poi ucciso misteriosamente in prigione e il mistero su di lui e sullo strangolatore rimase aperto. Per molti, era solo un criminale in cerca di notorietà e gli omicidi invece oepra di persone diverse, non di una sola. Adesso si è deciso di riesumarne i resti per porre fino a ogni dubbio con l’esame del dna. La polizia infatti ha recuperato elementi di Dna dai parenti dell’ultima donna strangolata, Mary Sullivan: con questi elementi si spera di capire se l’uomo morto in prigione fosse il vero strangolatore di Boston. Una vicenda, questa, che negli anni ha ispirato libri e film e anche una famosa canzone dei Rolling Stones, dedicata proprio allo strangolatore di Boston, The midnight rambler, il vagabondo di mezzanotte.



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