Si è concluso con un verdetto controverso il caso del vigilante George Zimmerman che nel febbraio 2012 uccise un ragazzo afroamericano che usciva da un negozio dopo aver comprato bibite e caramelle. L’agente ha sempre dichiarato di aver sparato per legittima difesa, vistosi aggredito: la giuria – compota di sole donne – dopo sedici ore di camera di consiglio ha accettato la sua versione dei fatti e lo ha dichiarato innocente. All’uomo è stata anche restituita la sua pistola. Il caso rimane controverso: il presidente Obama che ai tempi aveva rilasciato un sentito discorso di solidarietà verso la vittima, chiede adesso la calma invitando tutti a riflettere sulla violenza che anima le comunità americane e l’uso delle armi da fuoco. Il Dipartimento di giustizia sta valutando se ci siano comunque violazioni dei diritti civili da perseguire con un nuovo processo e un procedimento di tipo federale. Ma la popolazione afro americana ha accolto con disappunto la sentenza, parlando di razzismo ed è scesa in strada ieri in numerose città americane per protestare. New York, Washington, Tampa, Philadelphia, San Francisco sono le città dove si sono tenute le principali manifestazioni in alcuni casi anche con violenze e scontri con le forze dell’ordine, ma per la maggior parte si è trattato di manifestazioni pacifiche. Come quella di New York dove agli afroamericani si sono uniti anche bianchi con lo slogan “in questo Paese c’è giustizia solo per i bianchi”. Incidenti si sono invece verificati a Los Angeles. Ma ricordiamo i fatti che hanno portato a questa situazione. Il 26 febbraio 2012 nella città di Sanford in Florida il vigilante Zimmerman uccise Trayvon Martin, 17 anni, dicendo poi di aver sparato per legittima difesa dopo essere stato aggredito e ha sempre negato ogni motivazione razziale. I rappresentanti del Congressional Black Caucus e del Congressional Hispanic Caucus hanno anche loro espresso delusione per il verdetto della giuria paragonando le reazioni alla indignazione nazionale per il caso di Casey Anthony, un uomo ritenuto innocente dall’accusa di aver ucciso la figlia di 2 anni. La paura, è stato detto, è che il verdetto porterà alla violenza intensificata contro la comunità nera. “Questo signore avrà indietro la sua pistola e altri come lui potranno uscire e fare la stessa cosa domani con la convinzione che il nostro sistema di giustizia penale ha detto che è perfettamente un bene,” è stato detto.