E’ stata definita setta, organizzazione e “acerrima nemica della libertà di espressione”. Scientology, invece, preferisce essere chiamata “religione del ventesimo secolo” basata “su alcune verità fondamentali”, la principale delle quali è che “l’uomo è un essere spirituale dotato di capacità che vanno ben oltre quelle che egli considera di avere”. Creata da L. Ron Hubbard, questa contestatissima chiesa conta, secondo dati non ufficiali, circa mezzo milione di praticanti in tutto il mondo, tra cui personaggi molto famosi del mondo dello spettacolo e non solo (come Tom Cruise, considerato il numero due dell’intera associazione). Sono trascorsi quasi 20 anni da quando, nel maggio 1994, l’allora rappresentante dell’Office of public affairs di Scientology, Elaine Siegel, inviava una e-mail ad alcuni dei rappresentanti per chiedere “di postare su internet messaggi positivi su Scientology (almeno una volta a settimana, anche più se avete piacere)”. Da quel giorno, secondo le recenti accuse avanzate da Electronic Frontiers Foundation (EFF), l’organizzazione internazionale non profit di avvocati e legali rivolta alla tutela dei diritti digitali e della libertà di parola nel mondo digitale, Scientology ha operato contro la libertà del Web facendo di tutto per arginare le voci contrarie alla “religione” e per diffondere solo parole positive. BBC News ha quindi ripercorso la storia digitale di Scientology, fatta di continue battaglie contro diversi colossi della Rete: nel 2000, ad esempio, i responsabili di Scientology chiesero ufficialmente a Google una modifica del loro algoritmo sui risultati di ricerca, in particolare riguardo i contenuti che avrebbero potuto danneggiare l’organizzazione. Nel 2008, invece, iniziò la disputa con Wikileaks, fino a che Juliam Assange venne citato a giudizio da Scientology per la pubblicazione di alcuni documenti compromettenti. Infine, nel 2009, Wikipedia stabilì che nessun rappresentante di Scientology avrebbe potuto contribuire in alcun modo alla biblioteca digitale.