Dal 3 luglio scorso, giorno in cui è stato deposto, dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi non c’è più traccia. La sua famiglia ha quindi annunciato di voler fare ricorso al Tribunale penale internazionale affinché possa aprire un’inchiesta su quello che considerano “un vero e proprio rapimento” da parte dei militari “golpisti”. A parlare sono stati due dei cinque figli di Morsi, Osama e la 32enne Shaymaa. “Sono l’avvocato del presidente dal 2006 e non ho avuto modo di contrattarlo”, ha detto Osama Morsi in conferenza stampa. “Nessuno membro della nostra famiglia ha potuto avere contatti con lui dal pomeriggio del 3 luglio, giorno del golpe”, ha aggiunto, spiegando che nemmeno il procuratore generale sa dov’è attualmente Morsi. “La famiglia del presidente – ha quindi sottolineato Osama – non deve supplicare o mendicare la sua liberazione”, ma Morsi “deve essere liberato perché è detenuto in violazione di tutte le leggi”. Intanto anche l’Unione europea ha chiesto a gran voce la liberazione “di tutti i detenuti politici, incluso Mohamed Morsi”, condannando il ruolo delle forze armate in Egitto. Oltre a chiedere la fine degli “arresti per motivi politici”, l’Ue ha spiegato che “le forze armate non dovrebbero giocare un ruolo politico in democrazia, devono accettare e rispettare l’autorità costituzionale del potere civile”.



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