RIO DE JANEIRO – Papa Francesco è arrivato qui a Rio. Lo stavamo aspettando, come quando si aspetta un amico. Sì, come un amico, che ti aiuta a vedere, guardare, giudicare, vivere ogni istante della vita. Come un amico che non si conosce molto bene, ma che giorno dopo giorno si è svelato come compagnia fraterna che ti corregge, ti conforta, ti abbraccia… ti porta l’abbraccio di Colui che ti “primerea”.
Sono già parecchi giorni che come volontari stiamo aiutando l’organizzazione della Giornata mondiale della gioventù. A Rio de Janeiro si respira già un’aria diversa, continuamente si incontrano ragazzi di tutte le nazionalità con gli zainetti gialli e blu della Gmg. Claudio, un ragazzo brasiliano, mi raccontava: “Ero a Copacabana, mi sono messo in posa con alcuni amici per fare una foto: improvvisamente si sono aggiunti argentini, colombiani, peruviani! Com’è possibile un’amicizia così?”. È evidente che gli eredi delle manifestazioni che hanno interessato il Brasile nelle ultime settimane non sono questi pellegrini, perché, come diceva papa Francesco, “la vera rivoluzione viene dalla Grazia”.
Questa rivoluzione sta entrando nelle case, nelle cucine e nei frigoriferi: più di 100mila piatti e forchette sono stati lavati dalle famiglie di Rio, cattoliche e non, che hanno aperto le case e si sono fatte scombussolare la vita dai pellegrini. Anche noi siamo ospitati da questo popolo e molti figli di queste famiglie, che non avevano programmato di partecipare alla Gmg, stanno valutando l’ipotesi di scendere in strada per vedere il Papa.
Nessun Carioca rimane indifferente. Eliana mi ha raccontava: “Mi ha telefonato mio nipote che ultimamente si è un po’ allontanato dalla Chiesa e mi ha detto: ‘Zia, ho sentito l’esigenza di telefonarti perché oggi girando per le strade mi sono già commossa due volte. Cosa sta succedendo?’”.
L’arrivo del Papa a Rio è stato emozionante e mi rimane in mente un’immagine: poco prima del suo arrivo è passato un piccolo gruppo di sette ragazzi con la bandiera cinese accompagnato da un boato assordante. Catarina, una ragazza di San Paolo che era vicino a me, mi ha detto: “Noi facciamo il tifo per loro solo perché ci lega qualcosa di misterioso. Questa è la Chiesa!”. Anche se non ne erano coscienti, tutti aspettavano un imprevisto. E la Giornata mondiale della gioventù ancora non è iniziata…
(Francesco Babbi)