Libri e materiale religioso, sia cristiani che musulmani, sono stati messi al bando in Uzbekistan. Nel villaggio di Tuyabuguz, non lontano dalla capitale, la polizia nazionale ha effettuato un vero e proprio raid per scovare all’interno delle abitazioni Bibbie e Corani, poi distrutti. Alcune persone sono state inoltre multate proprio perché in possesso dei testi sacri. A riportare la notizia è Forum18, specializzato nella tutela della libertà religiosa in Asia centrale. “I fedeli di religioni diverse vivono oramai in uno stato di terrore, e hanno paura di tenere in casa oggetti o scritti relativi al proprio credo. Alcuni sono arrivati persino a distruggerli con le loro mani pur di non vederli sequestrati e non finire nelle mani della polizia”, ha raccontato una fonte. “Il diritto nazionale proibisce il possesso dei libri sacri ma non consente raid di questo tipo: ignorano le loro stesse leggi”. Nonostante la legge uzbeka consideri illegale il possesso di materiale religioso che possa incitare l’odio e l’estremismo, le autorità giudiziarie considerano ormai “pericolosi” tutti i volumi che parlano di religione, qualsiasi essa sia. Lo Stato, afferma ancora la fonte, “sembra ossessionato dalla religione nel più ampio senso possibile. In ogni caso, conosco molti cristiani che nonostante tutto non hanno distrutto le loro Bibbie”.