Mohamed Morsi, ex presidente egiziano deposto all’inizio di luglio dal golpe militare, è stato posto in custodia cautelare per quindici giorni con l’accusa di spionaggio per conto di Hamas e per le evasioni di massa avvenute nel gennaio del 2011 durante i giorni di rivolta contro il regime di Hosni Mubarak. A dare la notizia è stata l’agenzia Mena, ma fonti della sicurezza hanno già confermato l’arresto. La tensione rimane quindi altissima in tutto il Paese: le autorità temono che, dopo i nuovi e recenti scontri tra sostenitori e oppositori dell’ex presidente, la notizia dell’arresto possa generare ancora violenza. Intanto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, è tornato a chiedere al nuovo regime egiziano il rilascio del deposto presidente egiziano e di altri dirigenti del Fratelli Musulmani, imprigionati dopo il colpo di Stato, auspicando che “i loro casi siano esaminati in modo trasparente, senza attendere più”. Al momento, gli alti dirigenti dei Fratelli Musulmani arrestati dopo la deposizione di Morsi sono il vice della Guida Suprema, Khairat al-Shater, l’ex Guida Suprema, Mahdi Akef, e il capo del braccio politico della Fratellanza, Saad al-Katatni.