Era stato un movimento ambientalista molto in voga tra la metà degli anni novanta e i primi duemila, prima che una serie di arresti e certe prese di posizione li accostassero ai terroristi, spaventandone gli appartenenti. Si tratta del tree-sitting, una specie di baby siteraggio agli alberi per evitare che vengano abbattuti, soprattutto se molto vecchi. In America gruppi come Earth First! avevano fatto parlare di sé con azioni eclatanti, coma una donna che nel 1997 si piazzò in cima a un albero per evitare che venisse abbattuto rimanendoci per ben due anni. Furono diversi i casi analoghi fino ad episodi drammatici, quando nel 1998 nella California del nord David Gypsy Chain rimase ucciso da un albero che lo colpì in pieno. Non è mai stato chiarito se l’albero sia caduto accidentalmente o tagliato appositamente. Adesso sembra che gli ambientalisti siano tornati: nel 2011 nell’Oregon ci sono voluti 50 poliziotti e una gru per rimuovere alcuni treesitters che protestavano contro il taglio di una locale foresta. Da allora gli attivisti hanno occupato una caserma degli agenti forestali e non hanno intenzione di muoversi di lì fino a quando non si deciderà di fermare il disboscamento. La politica non sta a guardare: lo stato dell’Oregon ha approvato alcune leggi che permettono alle aziende di citare per danni gli ambientalisti. Per alcuni esponenti del Partito repubblicano non si tratta altro che di “eco terroristi” che non hanno rispetto per le attività lavorative degli altri incatenandosi agli alberi o bloccando i passaggi sulle strade. Sempre in Oregon, per questo tipo di azioni di disobbedienza civile si rischiano fino ai cinque anni di carcere e una multa fino a 25mila dollari.